E' da ieri che non si parla d'altro. Guido Barilla non concepisce le famiglie gay e pertanto non le farà mai entrare nei suoi spot. Lui e la sua azienda sono ancora legati alla visione cinquecentesca tradizionale del focolare domestico. La donna ai fornelli. I figli che giocano. Il padre che torna a casa per rifocillarsi. Stop. Tutto il resto è troppo eversivo da poterlo legare al nome della ditta.
Questo dichiara Barilla a La Zanzara, programma radiofonico dove il conduttore Giuseppe Cruciani gli fa lo sgambetto con una fettuccina ponendogli la domanda scomoda. "Farebbe una pubblicità con una famiglia gay?".
Ecco. Il piatto è servito. Lui dice di no. Le associazioni in difesa degli omosessuali lanciano la campagna del boicottaggio. La gente si accapiglia sui social. Eterofobi e omofobi si lanciano gli scolapasta. I pastifici concorrenti tirano i pubblicitari giù dal letto e fanno imbastire loro dei motti lampo che a differenza del "Barilla pensiero" sono dei veri e propri inni d'amore per le famiglie di tutti i tipi, senza distinzioni di sesso. E i politici? Poteva la politica rimanerne fuori? Ma ovviamente no! Sembra che i deputati non vedessero l'ora di trovare l'ennesimo motivo per passare una giornata diversa in Parlamento tra nuovi insulti, finocchi (intesi come ortaggi) che volano e risse sfiorate.Io ho deciso. Sono così stufo di tutta questa (sterile) polemica che d'ora in poi le fettuccine me le faccio in casa. Anzi da domani mi compro pure la Pastamatic!