“I componenti del Rsp [reggimento di sicurezza presidenziale, protagonisti del fallito golpe delle scorse settimane, ndr] godono da molto tempo dell’impunità, ma sono all’origine di gravi violazioni dei diritti umani. Servono inchieste indipendenti che permettano di portare in giudizio le persone sospette di avere una responsabilità penale”.
A sostenerlo è Alioune Tine, direttore di Amnesty International per l’Africa occidentale, dopo che le autorità del Burkina Faso hanno ufficialmente varato una commissione d’inchiesta sul tentativo di colpo di stato.
L’organizzazione per i diritti sottolinea come gli uomini del Rsp abbiano mostrato “flagrante disprezzo per la vita umana” uccidendo nei giorni del colpo di stato 14 persone, tutti civili che non costituivano per loro una minaccia, tra cui due bambini.
Molti di loro, tuttavia, nota Amnesty “vengono reintegrati nell’esercito nazionale” anche se restano in carcere il generale Gilbert Diendéré, che aveva guidato il golpe e Dijbril Bassolé, ex ministro e fedelissimo del deposto presidente Blaise Compaoré, di cui il Rsp era la guardia personale.
Intanto sembra avvicinarsi la definizione di una data per le elezioni, che avevano dovuto essere rinviate proprio per le conseguenze del golpe. Il presidente della repubblica ad interim, Michel Kafando, a seguito di un incontro tra le forze protagoniste della transizione ha parlato di un voto “verso la fine di novembre”.
Fonti di stampa, a questo proposito, sostengono che esista già un consenso per la data del 29.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)