Come quando la vita ti mette davanti una persona e tutto pare dire che dovresti andare d’accordo con lei, che dovreste capirvi alla perfezione e volervi bene dal primo momento e tutti attorno a te si aspettano che sia esattamente quello che succeda e invece no, “non vi prendete”. Ci provi, eh, la inviti a uscire con te, ci prendi un caffè, ci organizzi una serata assieme. Niente. Oltre a una fredda gentilezza non riesci ad andare. Così finisce che non la vedi né senti più, ma una parte di te si chiederà sempre perché- pur avendo tutte le carte in regola- non siete riuscite a diventare amiche.
La premessa è lunga perché so che quando vi dirò di cosa sto parlando, molte di voi salteranno dalla sedia. Perché questo è quello che è successo a me con Jane Austen.
(Orrore e sgomento tra la folla, alla notizia)
Io ho provato davvero a farmi piacere Ragione e Sentimento. A dirmi che la incredibile pesantezza che avvertivo a inizio lettura era forse dovuta a uno stile per me insolito e che avrei imparato ad apprezzarlo nel tempo. Ma più passavano le pagine e più avevo la sensazione- lo so, ora mi accuserete di pura blasfemia ed eresia- di stare leggendo un romanzetto rosa poco interessante.
Fino a quando una sera mi sono detta che no, basta e sono uscita.
Però mi resta ancora la sensazione di aver perso un’occasione, forse perché il suo primo libro da leggere doveva essere un altro, non so. So che sentirmi come Tina Cipollari non mi piace e che lì fuori siete in tante ad amarla.
Per questo vi chiedo, davvero senza alcun intento polemico anzi: datemi un motivo per provarci di nuovo.