Effettuare una full immersion in un libro uscito più di qualche anno fa può aiutare molto a riflettere sui passi in avanti ( od all'indietro) compiuti dal mondo e dall'umanità nel corso del tempo.
Le critiche da muovere ai modelli economici esistenti ed alle teorie consumistiche che hanno gestito le coordinate di sviluppo possono ( e devono) essere sostanziali, motivate ed illustrate alla luce di una serie di situazioni che sembrano non poter reggere più. In alcun modo.
Dalla lettura il più approfondita possibile di un'opera capace di attaccare ( in maniera consapevole) sia modelli che pregiudizi economici può successivamente essere lecito intraprendere una specifica disamina di varie situazioni: quanto è stato confermato o smentito dall'incedere dei fatti e dallo scorrere del tempo? Quante conferme e smentite ci sono state relativamente a critiche, argomentazioni e supposizioni svolte?
A queste e molte altre domande può essere possibile rispondere, confrontando il passato letterario con i fatti realizzatisi nel presente reale. Tali ragionamenti possono essere applicati alla lettura critica del libro di Naomi Klein, intitolato " No Logo" e pubblicato da Bur Editore.
I contenuti dell'opera sono riportati esplicitamente nel seguito della trattazione:
"[...] Il mondo è nelle mani delle multinazionali, che hanno creato bisogni e miti di cui, per decenni, siamo stati schiavi. Ma lo sforzo dei grandi colossi per rendere omogenee le nostre comunità e monopolizzare il linguaggio condiviso ha generato una forte ondata di resistenza, testimoniata da diverse proposte. Dallo sfruttamento nelle fabbriche dell'Indonesia e delle Filippine, in cui viene calpestato ogni diritto umano, ai centri commerciali propagatori di life-style del Nord America, fino alle campagne [...] di attivisti, manifestanti e hacker, Naomi Klein spiega e analizza le ragioni della contestazione e le contraddizioni dell'economia globale.
No Logo, definito la Bibbia del movimento no-global, racconta una storia di ribellione e autodeterminazione nei confronti dello strapotere dei marchi, proponendo un'analisi socio-economica alternativa alle tesi neo-liberiste osannate per anni. [...]"
Risulta quindi essenziale, dalla lettura e dalla disamina di situazioni e vicende passate, effettuare un confronto con gli sviluppi maturati di alcune fra le vicende descritte. Quali possono essere state le sorti maturate dai percorsi di ribellione ed autodeterminazione che hanno contraddistinto le sfide principali definite dall'autrice nel corso dello svolgimento narrativo?
Quali progressi si sono verificati nei confronti delle forme di resistenza e resilienza ai diritti umani calpestati e descritti dall'autrice nel dipanarsi dell'opera? In quali modalità ha continuato a proliferare e strutturarsi la ' rete di marchi' enormemente sviluppata dall'autrice stessa nel corso dell'opera?
I contenuti da analizzare e ( ri)attualizzare sono molteplici, rispetto al tempo trascorso dalla prima edizione. Le tematiche affrontate nel corso dell'opera sono molteplici e, pertanto, meritevoli di osservazioni specifiche rispetto a quanto è successo nel corso degli anni:
- Storia ed evoluzione dei marchi e del loro sviluppo nel corso del tempo;
- Evoluzioni e necessità maturate nel mondo giovanile in rapporto alle esigenze di marketing ed esigenze promozionali su più riprese;
- Creazione di 'utopie' e giganti commerciali, generati a seguito di fusioni e costruzione di sinergie fra marchi di minore rilevanza;
- Storie di disprezzo e di svalutazione della dimensione umana in rapporto alle metodologie produttive costruite nell'era dei super-marchi;
- Involuzioni e variazioni dei principi di retribuzione della manodopera umana, rispetto al variare di dinamiche e di meccanismi precedenti alla crisi economico-finanziaria generatesi successivamente alla pubblicazione dell'opera stessa;
- Forme di attivismo anti-aziendale ed anti-marchio, sviluppatesi all'ombra di proteste e movimenti diffusi endemicamente nelle società mondiali;
- Politiche e provvedimenti assunti sia da Governi che da movimenti locali, costretti a gettarsi nella mischia per 'pesarsi' e per (cercare di) valere qualcosa in termini di coesione;
- Limiti specifici delle strategie anti-marchio.
Sullo sfondo rimangono doverose battaglie, capaci di strutturarsi in termini specifici per contrapporre forme di civismo critico a metodi di consumismo esasperato e capace di debilitare anche pesantemente la società intera. Risulta necessario impostare il più coerentemente possibile una lotta per i beni comuni, nel tentativo ( fra l'esasperato e l'utopistico?) di salvaguardare forme ed idee di società differenti rispetto al pietoso status quo passato ed attuale.
L'epilogo dell'opera si proponeva di costruire un percorso che cercasse di fare il possibile per andare oltre i simboli, costruendo una società maggiormente consapevole delle proprie possibilità di ( dis)intermediazione e capacità interpretative dei bisogni umani.
Quanto di quell'epilogo è stato realizzato, a distanza di anni? Quante di quelle speranze sono state tradite o vanificate da una resa utopistica forse mal pe( n)sata ai tempi della prima pubblicazione?
Quanto di quel mondo si è prepotentemente modificato, facendo anche peggiorare quel che già esisteva in termini di marketing e propaganda? Ai lettori il compito di formulare ipotesi successive, sentenze specifiche ed ardue risposte.