“No nos moveran!” - Cosa sta succedendo in Spagna?

Creato il 30 maggio 2011 da Andresilver @VivereaOrecchio
Giovani che si sentono scippati del proprio futuro e proteste che nei prossimi mesi potrebbero sfociare in egual maniera anche in Italia. La Spagna si è svegliata ma il nostro sistema informativo, neanche a dirlo, non ci propone, se non in minima parte, questo tipo di contenuti, scomodi e pericolosi per qualche mente sveglia. Il forte "rischio" per i poteri è che in Italia venga emulata questa insofferenza e che la stessa sia stimolo e fonte di incoraggiamento per i cittadini Italiani.
"Non siamo merce nelle mani delle banche e della politica"; con questo slogan da diversi giorni avanza una forte protesta da parte di giovani insofferenti della situazione socio economica che sta influenzando come un virus il paese; i manifestanti presidiano la Puerta del Sol della capitale Spagnola, marciano e urlano contro la disoccupazione e la precarietà.
Le manifestazioni, però, non si sono limitate a Madrid, ma bensì si sono presto spostate a macchia d’olio in altre città della penisola iberica: Barcellona, Siviglia, Granada e addirittura in alcune capitali europee. Un ulteriore sintomo del fatto che i cittadini del ceto medio sono stanchi di questa politica vecchia che non assicura un futuro e toglie loro la speranza e hanno voglia di un cambiamento.
Le proteste sono sfociate in concomitanza delle elezioni, per questo motivo le autorità hanno disposto l’ordine di evacuare al più presto la piazza: una legge spagnola vieta infatti le manifestazioni pubbliche nei giorni prima delle elezioni. Ma i manifestanti non sembrano dell’avviso di lasciare la piazza: “No nos moveran” (non ci muoveremo) è la nuova parola d’ordine. L’intenzione è di stare in piazza il più a lungo possibile per dare un segnale forte al Paese. "El problema es que la televisión no dice" sembrano urlare insieme tutti i partecipanti di questa protesta.
Ma quali sono nel dettaglio le ragioni della protesta spagnola e cosa chiedono le migliaia di persone che da giorni occupano le piazze di tutto il paese?
I rappresentanti specificano: “questi sono i primi punti su cui lavorare”. Provate a leggere e a vedere se trovate qualche assonanza con la situazione italiana. Loro hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco, di rischiare e di combattere per il loro futuro; urlano "No nos moveran!". E noi?
1. ELIMINAZIONE DEI PRIVILEGI DELLA CLASSE POLITICA
Controllo serrato dell’assenteismo delle cariche politiche nei loro rispettivi posti. Sanzioni specifiche per abbandono della funzione a coloro che si assentano.
Sopressione dei privilegi nel pagamento delle tasse. Equiparazione del salario dei rappresentanti eletti al salario minimo spagnolo più i rimborsi necessari per l’adempimento delle proprie funzioni.
Eliminazione dell’immunità parlamentare. Annullamento della prescrizione per i delitti di corruzione.
Trasparenza e pubblicazione obbligatoria del patrimonio di tutte le cariche pubbliche.
Riduzione delle cariche governative designate liberamente.
2. CONTRO LA DISOCCUPAZIONE
Distribuzione del lavoro forzando le riduzioni della giornata lavorativa e la contrattazione sindacale fino a contenere la disoccupazione strutturale (ossia, fino a che la disoccupazione non scenda al di sotto del 5%).
Pensionamento ai 65 anni senza nessun aumento dell’età pensionale fino alla risoluzione della disoccupazione giovanile.
Incentivi alle imprese con meno del 10% di lavoratori con contratto a termine.
Sicurezza del posto di lavoro: impossibilità di licenziamenti collettivi nelle imprese che godono di benefici, fiscalizzazione alle grandi imprese per assicurarsi che non utilizzino contratti a termine per posti di lavoro che potrebbero essere fissi.
Ristabilire il sussidio di 426 euro per tutti i disoccupati di lunga durata.
3. DIRITTO ALLA CASA
Espropriazione statale delle case costruite in stock che non sono state vendute per essere collocate nel mercato seguendo un regime di affitto controllato.
Aiuti per gli affitti ai giovani e alle persone con basse risorse
Che si permetta la “dación en pago” della casa per cancellare le ipoteche.
4. SERVIZI PUBBLICI DI QUALITÀ
Soppressione delle spese inutili delle pubbliche amministrazioni e instaurazione di un controllo da parte di un’organismo indipendente
Contrattazione di personale sanitario fino a risolvere il problema delle liste d’attesa.
Contrattazione di insegnanti
Riduzione dei costi di immatricolazione in tutta l’università spagnola, equiparando i costi di laurea e quelli di post-laurea.
Finanziamento pubblico alla ricerca per garantirne l’indipendenza.
Trasporti pubblici economici, di qualità ed ecologicamente sostenibili: ristabilendo i treni interregionali la cui tratta è stata sostituita dall’AVE (treno ad alta velocità), ristabilendo conseguentemente il prezzo originale, abbassamento dei prezzi degli abbonamenti, restrizione del traffico automobilistico nei centri città, costruzione di piste ciclabili.
Risorse sociali locali: applicazione effettiva della Ley de Dependencia.
5. CONTROLLO DELLE ENTITÀ BANCARIE
Proibizione di qualsiasi tipo di salvataggio o iniezione di capitale alle entità bancarie: le entità in difficoltà dovranno fallire o essere nazionalizzate per costituire una banca pubblica sotto il controllo sociale dello stato.
Innalzamento delle tasse alla banca in maniera direttamente proporzionale al costo sociale causato per la crisi generata dalla sua cattiva gestione finanziaria.
Restituzione alle casse pubbliche da parte delle banche di tutto il capitale pubblico apportato.
Divieto di investimento delle banche spagnole nei paradisi fiscali.
Regolare attraverso sanzioni i movimenti speculativi e la mala prassi bancaria.
6. FISCO
Aumento della tassazione sulle grandi fortune e sulle entità bancarie.
Eliminazione delle Società di Investimento a Capitale Variabile (SICAV)
Ritorno della tassa sul patrimonio
Un controllo reale ed effettivo sulla frode fiscale e la fuga dei capitali verso i paradisi fiscali.
Promuovere a livello internazionale l’adozione di una tassa sulle transizioni internazionali (tassa Tobin).
7. LIBERTÀ CITTADINE E DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
No al controllo di internet. Abolizione della Ley Sinde (una legge sul diritto d’autore che nella pratica autorizza la chiusura di qualsiasi sito, e la conseguenta pratica della censura istantanea. Un bavaglio della Rete, che più volte hanno tentato di metterci anche in Italia…).
Protezione della libertà d’informazione e del giornalismo d’inchiesta.
Referendum obbligatori e vincolanti per questioni di grande importanza che modifichino le condizioni di vita dei cittadini.
Referendum obbligatori per le introduzioni di misure dettate dall’Unione Europea.
Modificazione della Legge Elettorale per garantire un sistema autenticamente rappresentativo e proporzionale che non discrimini a nessuna forza politica né volontà sociale, dove il voto in bianco e il voto nulla assuma valore rappresentativo nel parlamento.
Indipendenza del Potere Giudiziario: riforma della figura del Ministero Fiscale per garantire la sua indipendenza. No alla nomina dei membri del Tribunale Costituzionale e del Consiglio Generale del Potere Giuridico da parte dell’Esecutivo.
Stabilire dei meccanismi effettivi che garantiscano la democrazia interna nei partiti politici.

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