No pasaran: Vittorio Giardino e l’avventura di Max Fridman

Creato il 19 giugno 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

!No pasaran! Non passeranno, dissero.(…) Non con il mio consenso. Nemmeno con il mio silenzio. Facile a dirsi. Certo, prego il cielo che nessuno,me compreso, venga mai messo alla prova. Io non sono affatto sicuro che sarei all’altezza. Ma ci fu chi, costretto a questa prova,non indietreggio’. In quella guerra furono sconfitti. Con questo libro ho cercato di rendere omaggio proprio a loro. Io non li ho dimenticati.

Abbiamo atteso a lungo, ma non abbiamo dimenticato nemmeno noi le parole che oltre otto anni fa Vittorio Giardino scrisse per l’introduzione al primo volume della suo straordinario romanzo disegnato sulla guerra civile spagnola. Finalmente oggi possiamo sapere come si conclude per Max Fridman la ricerca dell’amico scomparso. Il terzo capitolo di No pasaran” ci consegna una storia amara sulla violenza fratricida ma anche sui grandi ideali, sulla solidarietà e sull’amicizia.

Un lavoro ricco di cartine, disegni e delle splendide foto di Robert Capa, in cui si avverte, sfogliando le bellissime tavole di grande formato, l’influenza di George Orwell e di Arthur Koestler, che avevano combattuto la guerra civile e scritto sulla Spagna. La vicenda si svolge tra l’ottobre e il dicembre 1938, agli sgoccioli della guerra, in una Barcellona sconvolta dagli attacchi aerei franchisti. Costretto a ritornare in Catalogna, dopo essersene andato nauseato dal cinismo di tanti “compagni”, Fridman si trova coinvolto negli scontri tra le varie fazioni repubblicane, con amici e vecchi compagni di lotta, spie e doppiogiochisti in un gioco di intrighi e miserie umane sapientemente ricostruito da Giardino fino al tragico e sorprendente epilogo.

Era il 1982 quando facemmo per la prima volta conoscenza con Max Fridman. La prima storia, Rapsodia ungherese, uscì a puntate sulla famosa Orient Express, sbalordendo i lettori per la cura maniacale del tratto, per i bei colori – una “linea chiara” italiana ispirata dal Tin Tin di Herge’ e dal Blake e Mortimer di Jacobs – e per l’abilità dell’allora semisconosciuto autore di creare una storia di indagine e spionaggio che affascinava per la complessità dei personaggi e per le atmosfere suscitate.

Vittorio Giardino è oggi considerato uno degli artisti del fumetto più apprezzati al mondo. Per diventarlo ha abbandonato a trent’anni la professione di ingegnere divorato dalla passione per le storie e il disegno. Max Fridman, agiato commerciante di tabacco, ebreo di origine francese, vive, dopo la separazione con la moglie Vera (di cui si sa pochissimo), a Ginevra con la figlia adolescente. Viaggiatore instancabile (e non sempre per lavoro) è coinvolto, spesso controvoglia, in indagini e vicende di spionaggio come ex agente dei servizi segreti francesi. Dal grigiore di Budapest alle solarità di Istanbul e del mar Egeo, fino alla tragica Spagna della guerra civile il sessantaduenne autore bolognese ci trasporta in viaggio per un’Europa segnata dalla violenza crescente che prepara il grande conflitto.

Studi preparatori meticolosi, anni di scrittura e poi disegni accuratissimi e di straordinario impatto visivo spiegano la “lentezza” di Giardino. Quasi dieci anni per darci questa ultima storia del suo alter ego fisico (e non solo) sono tanti. I lettori che hanno conosciuto il riflessivo e apparentemente innocuo protagonista dagli occhi azzurri, la barba rossiccia e l’impermeabile sapranno aspettare con pazienza la prossima storia? Almeno ci venga dato nell’attesa l’ultimo capitolo dell’avvincente Jonas Fink.

Originariamente pubblicato sul quotidiano “La provincia cosentina” (2008)

Abbiamo parlato di:
No pasaran – Una storia di Max Fridman vol. 3
Vittorio Giardino
Rizzoli Lizard, 2008
72 pagine, cartonato, colori – 19,00€
ISBN: 886167092X

Riferimenti:
Lizard: www.lizardedizioni.it
Il sito web di Vittorio Giardino: www.vittoriogiardino.com

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