“No triv” sul piede di guerra

Creato il 14 settembre 2012 da Lucia Navone @lucia_navone

Produzione idrocarburi dall’8 al 16 per cento con l’ipotesi di ridurre da 12 a 5 miglia dalla costa il limite per le trivellazioni. Oggi il Ministro Clini incontra il presidente Nichi Vendola a Taranto.

Mentre i favorevoli e i contrari alle trivellazioni nei nostri mari duettano sulle pagine di Panorama, il movimento dei “no triv” (una rete di associazioni contrari alle perforazioni nel mar Adriatico e mar Jonio) si appellano ai cantanti per dar voce alle loro ragioni. Artisti, discografici, manager sono tutti invitati a un mega concerto che si terrà a Mandredonia il 6 ottobre. Tra i cantanti invitati, i Negramaro, Laura Pausini, Jovanotti, Gianni Morandi, Biagio Antonacci e tanti altri.

Nel frattempo al Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che oggi sarà a Taranto, fanno sapere che, “il turismo è la nostra ricchezza e non può esserlo certo il petrolio”.

I comitati locali non hanno dubbi. “Il Ministro lo deve capire. Gli chiederemo conto del perchè il nuovo piano energetico proposto dal Ministro Passera prevede permessi più facili per le trivellazioni  (ndc oggi il limite è a 12 miglia dalla costa ma potrebbe diventare di 5 miglia)”.

Un nuovo movimento di cui si sentirà molto parlare nei prossimi mesi. Intanto economisti come Alberto Clò, ex ministro dell’industria, consigliere dell’Eni e direttore della rivista Energia, fondata con Romano Prodi, fanno sapere che: “siamo tra i primi paesi per le risorse petrolifere ma abbiamo la legislazione ambientale più severa al mondo. Senza i veti di regioni ed enti locali potremmo risparmiare 4-5 miliardi l’anno di importazioni del petrolio dall’estero”.

E in ultimo, secondo Clò, “non è vero che le trivellazioni danneggiano il turismo: vadano a Cervia o a Rimini per vedere che danni al turismo provoca l’estrazione di gas”.

Insomma, la polemica è solo all’inizio e, statene certi, si farà sentire fino ad arrivare sui media nazionali. Il tutto contro tutti o i vantaggi di uno rispetto ai guai che può portare l’altro sono sempre all’ordine del giorno quando si deve coniugare economia ed ambiente. Chissà se riusciranno mai a mettersi d’accordo, soprattutto in tempi di pre campagna elettorale.

Intanto Gianni Silvetrini (direttore scientifico del Kyoto Club), dalle pagine di Panorama fa sapere che, lo stesso risultato si otterebbe con i pannelli solari mentre, secondo, Davide Tabarelli (presidente di Nomisma Energia), se vogliamo la crescita dobbiamo fare qualche cosa per agguantarla. Per il primo la via verde resta la migliore, anche in termini economici ed occupazionali, per il secondo, il disastro ambientale causato dalla BP nel Golfo del Messico non potrebbe mai succedere qui perchè le norme sono molto più rigide.

Favorevoli e contrari per un petrolio, definito da Enrico Mattei già negli anni sessanta, di scarsa qualità. La palla oggi passa al Ministro Clini.


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