Genere: Drammatico
Regia: Darren Aronofsky
Sceneggiatura: Darren Aronofsky, John Logan
Cast: Russell Crowe, Emma Watson, Jennifer Connelly, Logan Lerman, Ray Winstone, Douglas Booth, Anthony Hopkins, Kevin Durand, Sami Gayle, Marton Csokas, Dakota Goyo, Barry Sloane, Nick Nolte, Mark Margolis, Frank Langella, Don Harvey, Sophie Nyweide
2014
132 min.
Aronofsky inserisce numerosi elementi innovativi, arricchendo il racconto originale senza contraddirlo o snaturarlo. Anzitutto, in Noah viene introdotto ex novo il personaggio di Ila (Emma Watson), una giovane donna che in seguito allo sterminio della sua famiglia era stata accolta da Noè, diventando sua figlia adottiva. Anche Emzara (Jennifer Connelly), la moglie di Noè, è in parte un’invenzione di Aronofsky, dal momento che nella Bibbia non viene mai chiamata per nome.
Come si è già accennato, il film indaga l’aspetto umano della vicenda e mette in scena un dramma psicologico di grande intensità. Il Patriarca si trova a dover fare i conti con un conflitto interiore: da un lato, pur di adempiere la missione affidatagli, è disposto a sacrificare persino i propri cari; dall’altro è pervaso da un viscerale amore per essi. Un tale fardello è difficile da gestire, e condurrà Noè alla perdita della lucidità mentale.
A distanza di 13 anni da A Beautiful Mind, Russell Crowe e Jennifer Connelly tornano a recitare fianco a fianco ed offrono entrambi – di nuovo – un’interpretazione magistrale e sublime. Al contrario, Emma Watson non riesce a conferire un’adeguata carica drammatica alle proprie battute: pur essendo un’attrice di talento, non si è rivelata all’altezza del ruolo. Logan Lerman, per quanto non riesca a competere con i due sopracitati colossi, se la cava meglio. Tuttavia, interpreta un ruolo che a tratti sfiora il ridicolo: l’attore veste i panni del secondogenito di Noè, un ragazzo ansioso di intrattenere un amplesso ma destinato a rimanere “Forever Alone”. Il contributo di Anthony Hopkins, che si cala nella parte di Matusalemme – il nonno di Noè – è esiguo ma significativo e pregevole.
Noah non è il classico film biblico con finalità pedagogica, ma un racconto fantasy ispirato ad un’intensa epopea radicata nell’immaginario collettivo. Se considerato sotto questa prospettiva, risulta godibile ed emozionante.
★★★ ½