noi

Creato il 24 novembre 2010 da Luci

Martedì mattina, pranzo di lavoro, seduti intorno a un tavolo qualche collega della mia azienda e qualche altro di un’altra azienda.

Si chiacchiera del più e del meno, con la classica superficialità che si addice alla buona educazione aziendale.

Alla fine il discorso cade su l’Aquila e non so con quale volo pindarico si cade anche su Saviano. Viene fuori in un soffio, come un’onda di sollievo, che tutti noi seduti a quel tavolo il giorno prima abbiamo visto “Saviano” che, volente o nolente è il nome della trasmissione che si chiama anche “vieni via con me” ma che se dici “ho guardato Saviano ieri sera” tutti capiscono.

E sempre in un soffio ci si rilassa. Sempre in un soffio ci si sente un pochino più sereni, meno impauriti e si comincia a fare battute, sul premier, sul governo, e mubarak, e bossi e l’incolore maroni e il meraviglioso guzzanti.

E al collega dell’altra azienda, che fino a quel momento ha parlato di “governo e opposizione” in generale, scappa un “e noi non siamo pronti, non siamo in grado!” e subito si corregge, diventa rosso, ricomincia a parlare di “opposizione” tornando generico, riconquistando la rassicurante impersonalità necessaria durante i pranzi di lavoro.

Ma quel “noi” io l’ho sentito e me lo tengo nel cuore, l’ho sentito e so cosa vuol dire, so che cosa sia quel “noi” so che sono gli anni di passione, a volte militanza, comunque impegno, che anche io ho conosciuto bene.

E mi mancava tanto quel “Noi”. Ho avuto voglia di abbracciarlo, ho avuto voglia di dirglielo che nel suo “noi” c’ero anche io, che lo riconoscevo fratello, amico, compagno, perché no.

Noi ci siamo.

Non siamo scomparsi, abbiamo solo molta paura, molta stanchezza, molta fatica sulle spalle. Noi ci siamo, eccoci, guardateci in faccia e riconosceteci, siamo quelli che non l’hanno mai votato, non l’hanno mai voluto.

Esistiamo, siamo ancora tutti qua.