Appartiene alla magia di posti questo. Capaci di sorprenderti, perché nella sua normalità ne cogli sempre una semplicità che non è consueta. Già un nome così...
Chiusure è un piccolo borgo di mattoni rossi, arroccato in cima a calanchi a strapiombo, per poco più di un centinaio di abitanti. Tutto intorno le crete senesi.
Un bar nella piazza, e tanto silenzio ammucchiato nei piccoli vicoli.
Il pomeriggio comincia a farsi avanzato. Sono già abbondantemente le 17,00 quando arriviamo nei pressi del borgo.
Già all'incrocio, provenendo da Asciano, si trovano le prime macchine ferme. Il centro del paese dista ancora almeno 2 chilometri, ma la gente passeggia.
Arriviamo con l'auto fino all'imbocco del paese. Macchine ovunque, ma il vigile è sereno, dispensa consigli e sorrisi.
Entro in uno spiazzo pieno di auto. Il parcheggiatore mi invita a mettermi da parte, di pazientare, fa uscire delle auto, e ci fa parcheggiare.
Tutto tranquillo, piano piano, lento quanto basta.
Il piccolo borgo è stracolmo.
Le poche strade sono punteggiate di cartelli che raccontano il carciofo, e come muoversi nella festa.
La gente cammina, ma non spinge. E' un movimento al passo di musica, ci si fa spazio a vicenda.
E c'è chi si può fermare, senza intralcio a parlare.
Ci diamo una mezz'ora di tempo, ma subito ci si scorda dell'orologio.
Seguiamo la musica anche noi. In piazza le majorette ballano tra la gente, chiedi permesso e ti trovi davanti.
Poi la banda si ferma, tutti a mangiare carciofi fritti, e poi si ricomincia.
Davanti alla chiesa un cinemamobile per bimbi.
La gente è aperta, sorride, ci si chiede di dove siamo. Sono tanti quelli della zona, e si vede.
Sul piazzale del cassero, tra chi mangia carciofi dal cartoccio, e gente ammaliata dalla sagoma dell'orizzonte, c'è chi conversa sul mondo.
Due signori, davanti al monumento ai caduti della grande guerra, conversano sul senso "dell'imperitura memoria".
Spendono più silenzi che parole, citano i nomi, osservano la stella...
Se guardi attorno a Chiusure si vedono magnifici campi verdi di grano, boscaglie di lecci e calanchi, tanti.
Piante di carciofi?, non le ho notate...
Mi leggo il Repetti, nel suo dizionario geografico fisico storico della Toscana, datato 1833, nelle pagine dedicate alla Comunità di Asciano, da cui Chiusure, che "risiede sopra una elevata e franante piaggia", era comunità indipendente fino al dicembre del 1777, si legge "di olivi, vite e del frutto dei gelsi", in aggiunta ai cereali "dei quali sono feracissime produttrici le estese sue crete". Narra "della coltivazione della ricca pianticella da tintoria del zafferano orientale, che si bene prospera sulle terre cretacee..". Ma il nostro carciofo, il Repetti non lo menziona.