A loro presto si unisce Sergio, operaio comunista che ha qualche conto in sospeso con Fausto ed Elisa, giovane in avanzato stato di gravidanza che si offre per fare la cuoca.
Il problema sorge quando si presenta al casale Vito, con la sua Giulia 1300.
E' un camorrista ed è venuto a chiedere il pizzo.
I soci non ci stanno , lo sequestrano e gli interrano la Giulia.
Ma è lunga la fila dei camorristi che viene a bussare alla loro porta.
La parola d'ordine è resistere.
A me fa solo piacere quando riesco a parlare bene del cinema italiano e sono veramente contento che uno come Edoardo Leo dopo aver navigato a vista nel mare magnum della mediocritas recitando praticamente ovunque e in qualunque modo, oggi abbia trovato una sua strada che man mano si sta consolidando sia come attore ( vedi Smetto quando voglio, un film che ha alcune tematiche in comune con Noi e la Giulia, soprattutto uno sguardo affettuoso ma disilluso sui quarantenni di oggi costretti a inventarsi attività alternative) che come scrittore ( La mossa del pinguino, l'esordio da regista di Claudio Amendola che qui ha uno dei ruoli principali) che come regista ( Buongiorno papà che pur nella sua conclamata modestia lasciava trasparire qualcosa del futuro percorso di Edoardo).
Certo siamo di fronte a un film, a una commedia, non a un trattato di antropologia o di sociologia applicata ma si apprezza lo sforzo, complice anche la fonte letteraria, di dare al pubblico qualcosa di diverso, qualcosa che non sia il solito becero bailamme di battutacce grevi e volgarità assortite.
Edoardo Leo cerca di costruire personaggi e non semplici macchiette, azzarda il discorso su una generazione, quella degli appartenenti agli 'anta, che sembra votata irrimediabilmente al fallimento e che non ha le armi per tirarsi fuori dalle sabbie mobili della crisi economica e personale in cui è precipitata.
E' nobile il suo tentativo di richiamarsi a quella gloriosa stagione della commedia all'italiana, perché noi il cinema lo sapevamo fare e tutto il mondo guardava a noi come esempio da seguire.
I difetti che ha sono ben evidenti : è un po' troppo lungo, è dura tenere una commedia sul filo delle due ore e necessariamente nella seconda parte c'è qualche pausa di troppo, non ha un motore comico irresistibile come lo aveva invece un film come Smetto quando voglio che strappava la risata in parecchie occasioni.
Qui si sorride anche se ci sono un paio di sequenze in cui la risata ci scappa come quella in cui il compagno barbuto Sergio, un Claudio Amendola divertente e divertito, insegue con falce e martello il delinquentello che sta scappando, non ci sono battute folgoranti e forse non c'è neanche tutto questo lavoro di squadra in quanto i vari protagonisti, che presi singolarmente funzionano benissimo, raramente sono portati ad interagire coralmente.
E quella metafora del Casal dei Pazzi come ideale avamposto di resistenza umana contro tutte le mafie è una cosa troppo romantica per non farti sentire bene.
L'Italia dovrebbe essere piena di Casali dei Pazzi....
PERCHE' SI : commedia intelligente che preferisce raccontare una storia piuttosto che procedere per sketches, Edoardo Leo sembra aver trovato una sua strada coerente, ottimo cast.
PERCHE' NO : un po' troppo lungo, qualche pausa di troppo nella seconda parte, qualche personaggio secondario fuori fuoco, non ha un motore comico irresistibile, a tratti un po' troppo bucolico.
LA SEQUENZA : il compagno barbudo Sergio insegue con falce e martello il delinquentello che è venuto a chiedere loro il pizzo...
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
C'è sempre speranza per il cinema italiano.
Edoardo Leo è attore/sceneggiatore/ regista da tenere d'occhio.
Ma saranno proprio così i quarantenni e i cinquantenni di oggi?
Più si diventa vecchi e più si cerca di allontanarsi dalla città...
( VOTO : 7 / 10 )