Noi non siamo giraffe

Per una volta (ma forse più d’una), nonostante la stima e l’ammirazione che nutro per Massimo Gramellini, non sono d’accordo con lui. Gramellini scrive su La Stampa di sabato un bell’articolo nel quale fa il paragone tra l’ormai famosa e toccante fuga della giraffa dal circo e noi poveri cittadini, catturati al pascolo e imprigionati in un tendone in balia di saltimbanchi. L’allegoria funziona ma non rispecchia, secondo me, la realtà.

Noi non pascoliamo liberi nella savana da tempi immemorabili. La nostra generazione, e forse anche quella dei nostri padri, nemmeno l’ha conosciuta la savana e ne ha forse sentito parlare come di una leggenda. Noi siamo entrati nel circo di nostra volontà, probabilmente attratti da quelle musiche accattivanti, dalle quelle luci ipnotiche, da tutti quei colori seducenti. Ci siamo andati volontariamente e, nonostante ogni tanto venga lasciata qualche uscita aperta, non tentiamo la fuga, un po’ perché assuefatti alla cattività, un po’ perché, tutto sommato, il circo ci piace e speriamo di diventare trapezisti anche noi.

La giraffa in fuga dal circo è molto più nobile di noi. Ella ha conosciuto la libertà, ne è stata privata e ha lottato per riottenerla, morendo dal dolore quando l’ha persa di nuovo. Noi, invece, siamo solo misere scimmie in gabbia, ghiotte di banane e drogate delle noccioline che il domatore magnanimamente ogni tanto ci regala.

Luca Craia