e poi ti dicono che sono le stelle. ma io mica ci credo alle stelle. io che non riesco a credere in dio, figurarsi se credo alle stelle.
figurarsi.
eppure.
com'è che ho trascorso tutti in fila due, tre ma forse anche quattro tra gli anni peggiori della mia vita, che mi sono successe le cose del dolore e poi quelle dei grigi e degli inciampi, una via l'altra
che non passava settimana, a volte anche giorno, senza che qualcosa di brutto o fastidioso o antipatico mi capitasse?
sempre a rincorrere la felicità, un senso, un po' di gioia.
e sempre lì ferma inchiodata, che se anche facevo un passo avanti, poi mi toccava presto farne uno indietro, o anche due.
era tutto un andare storto, tutto una sfiga.
che poi ti dicono che sono le stelle, e a te viene voglia di crederci, ormai.
ma figurarsi.
solo che poi succede che da un giorno all'altro, come una sorta di domino che all'improvviso inizia a muoversi alla rovescia, tutto si rimette in moto.
e succedono cose che sono una più "fitting" dell'altra, cioè proprio quelle che speravi capitassero, ma anche che manco ci pensavi che potessero capitare,
così giuste, così adatte, così promettenti, che quasi non ci credi e al terzo mese di questo andazzo poi ti viene da ridere da sola.
perché com'è che adesso sembra che tutto si sia finalmente messo a posto, o quasi?
che non passa settimana, a volte anche giorno, senza che qualcosa di bello o divertente o grmai più immagonavi.
che poi ti dicono che sono le stelle, e in effetti è difficile continuare a non crederci, dopo tutto questo buio e poi questo rinascere, così, di botto, come fosse il passo di una stella che ha cambiato casa, trigono o quel che è. e a seguire tutte le altre.
e insomma, io qui lo scrivo (e qui lo nego) che da tre mesi a questa parte ho le stelle dalla mia,
qui lo scrivo e ho le dita incrociate e pure le gambe e tutti i capelli e un corno in tasca e tocco ferro e via così, sacerdotessa di ogni scaramanzia, perché a dirlo chiaro e tondo che la fortuna finalmente sta dalla tua, la sfiga, che ci vede benissimo, ci mette un attimo a riprendermi con lei.
che poi ti dicono che sono le stelle...
e sì, dai, un grazie grande così a quel genio di Alan Sorrenti, che io avevo 7 anni allora e me lo ricordo, anche se non capivo.
che poi è un po' come mi sento anche oggi.