Noi snob

Creato il 22 febbraio 2011 da Mcnab75

Nei commenti a questo post Davide Cassia si pone giustamente questo interrogativo: Non è che a volte facciamo un po' troppo gli snob? Abbiamo un po' la puzza sotto il naso?

La domanda non è affatto priva di fondamento.

I lettori forti e ancor più gli scrittori (o aspiranti tali) hanno un atteggiamento snobistico nei confronti della narrativa nazional-popolare?

Allargando i parametri della questione si possono includere nella categoria degli snob anche gli esperti di cinema, i critici musicali etc etc.

La tesi in discussione è quindi questa: gli esperti di un determinato settore tendono ad avere la puzza sotto il naso?

Prima di lasciare a voi la risposta, vi anticipo la mia: in parte sì.

Ossia: ci sono diverse occasioni in cui reputo snob il mio atteggiamento nei confronti di un certo genere di narrativa. I libercoli di vampiri del post sopracitato sono esempi-limite, in quando è davvero difficile trarne qualcosa di buono. Tuttavia esiste una consistente “fascia grigia” che comprende i bestseller di autori come Faletti, Dan Brown, Camilleri, Moccia (vabbé...), che mi fanno storcere il naso ogni qual volta che qualcuno ne parla.

Non perché siano particolarmente incapaci (Moccia a parte), bensì perché rientrano in quella categoria di largo consumo che a noi lettori forti fa venire l'allergia al solo citarla.

Ok, qualche ragione è dalla nostra: il livello medio di questi autori è tra il sufficiente e lo scarso, con diverse varianti di poco conto nel mezzo. Sentire che mezzo mondo celebra Faletti come il thrillerista del decennio non può che svalutarlo ai nostri snobistici occhi. Proprio noi, che leggiamo Danilo Arona, Gianfranco Nerozzi, Eraldo Baldini (tanto per citare solo gli italiani), e che ci sentiamo dei carbonai perché, al di fuori del nostro snobistico circolino, sono davvero in pochi a conoscere la loro bravura.

Senza contare poi i libri in lingua originale, gli ebook scovati nella blogosfera e tutte le altre letture alternative che ci procacciamo nei modi più impensabili. Tutte esperienze che forse, e dico forse, giustificano quella puzza sotto il naso che continuiamo a sentire quando qualcuno cita Licia Troisi come paladina del fantasy e Stephenie Meyer come l'erede di Bram Stoker.

Idem per il cinema, eh! Non credete di sfuggire, voi critici che bocciate Avatar per promuovere il film di fantascienza svedese che nessun produttore italiano di sognerebbe mai di distribuire in Italia.

Insomma, quanto siete snob?


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