Note di basso reiterate, base electro e voci effettate il giusto: questo è l’inizio di Unfaithful Believers, disco e nome dietro al quale si cela un musicista navigato come Gianluca Becuzzi, coadiuvato da Elena De Angeli (che ha scritto tutti i testi), con il supporto di Fabrizio Biscontri in sede di arrangiamento e produzione (il progetto, per completezza, è attivo dal 2008, conta più di qualche uscita ed ha cambiato nel tempo vari collaboratori). “To The Hilt” è appunto marcia funerea che fa il verso a lontane atmosfere lynchiane (“Innocence Is Lost” evoca pure un frammento melodico di Twin Peaks, e anche l’intermezzo nero in “Fire” dice più di qualcosa), senza scimmiottarle però, riuscendo nel proprio intento primario, che ci par di capire rimane quello di proporre pezzi atmosferici e sottotraccia piuttosto sinistri (“Black Souls Motel” è minaccioso tappeto industrial-ambient e chiosa con la frase “the night is for the liars”). Forse una delle song più significative e dirette rimane “Last Train”, dove la chitarra arpeggia nervosa accompagnando la voce à la Julee Cruise della De Angeli (che in “Beauty” si avvicina pericolosamente alla cantante di “Floating Into The Night”). Già a vedere la copertina s’era intuito che il lavoro avrebbe virato verso una sorta di autoptica messinscena del dolore (a me quella ballerina sanguinante ha ricordato l’eroina triste di Black Swan di Darren Aronofsky), non senza pensare ad una forma di pop “malato”, sentire la nenia electro di “Still Water Runs Deep” o le chitarre come lame di “Broken Toys” (pezzo che sembra in un certo senso summa e manifesto programmatico del disco stesso, col suo incedere declamatorio, teatrale quasi). Il viaggio psichico si conclude con “Her Cold Lips”, che è come avere dinanzi a sé un cadavere che galleggia nel mezzo di un fiume calmo. Lavoro conturbante, questo Unfaithful Believers , di una bellezza quasi frigida.
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