Nomade Pastoralis (racconto)

Primo; Secondo; Terzo; Quarto...
Salì a bordo del mezzo, che subito di imbizzarrì a causa di un terreno infido e animato dal malessere del demone. La via per giungere all'accampamento dell'emiro sembrava lineare e accogliente, ma ogni metro percorso si dimostrava in realtà una terribile prova. Lentezza estrema, ostacoli imprevisti, animali furiosi, lampi e tuoni, pioggia, vento, rabbia e nervosismo; questi erano solo alcuni degli impedimenti a cui era costretto il giovane viandante nella sua difficile avanzata. I mezzi avanti a lui sembravano arrancare privi di grinta. Alle sue spalle invece le imprecazioni, i lampeggi di fari brillanti quanto gli astri, accecavano la sua volontà. Il mezzo borbottava impotente. L'aria giungeva rovente nell'abitacolo ora scomodo e soffocante. Rocce rotolavano dal fronte della montagna. A volte schiacciavano un veicolo avanti a lui. A volte rimbalzavano senza toccare nessuno. Fumo nero si sollevava all'orizzonte. Un incendio, probabilmente. L'accampamento appariva sempre alla stessa distanza, come se si allontanasse costantemente dei pochi metri che lui guadagnava con tanta fatica.Eppure l'emiro mercante era stato richiamato dalla sua stessa necessità. Avrebbe dovuto avvicinarsi, e presentarsi pronto ad accoglierlo con tutti gli onori.Decise di cambiare sentiero, discendere dalle vie che portavano ai valichi per seguire percorsi che serpeggiavano attorno ai torrenti. Del resto gli accampamenti venivano montati in prossimità dell'acqua potabile. La nuova via pareva libera da intoppi, forse a dimostrare la scarsa attenzione del demone delle piogge, ma all'improvviso un fulmine colpì il selciato sbriciolandolo a causa della sua furia distruttiva. Imperterrito, il giovane viandante deviò il minimo necessario la propria traiettoria. Quindi accelerò, incitando la propria cavalleria a esprimere il meglio di sé. Così giunse a valle indenne. E con somma sorpresa, si ritrovò fermo proprio davanti all'accampamento dell'emiro mercante.
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