Nomade Pastoralis (racconto)

Creato il 28 gennaio 2011 da Gloutchov
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Salirono a bordo del mezzo. In silenzio cominciarono ad avanzare per gli impervi sentieri montani. Zampe forgiate dei più robusti metalli morsero il terreno senza esitazioni. L’ancella osservava gli strani comandi del mezzo con timore. Probabilmente non era mai salita su un veicolo a motore e, soprattutto, non era mai stata abbandonata nelle mani di un estraneo. Silenziosa, guardava il giovane ai comandi, rannicchiata contro lo sportello, il più lontano da lui, sperando di poter evitare qualunque contatto.
Silenzio e neve. Neve e silenzio. Solo il rombo del motore copriva l’irreale situazione che si stava generando tra i due.
Il giovane viandante si sentiva impacciato. Non era più stato a stretto contatto con una donna dai tempi in cui Romina aveva rovinato la sua vita. Si era promesso di evitare ogni tipo di coinvolgimento. Il suo unico scopo era quello di ricreare il gregge, di poter tornare al proprio villaggio a testa alta. Sino a quel momento non poteva concedersi alcuna tentazione, neppure il dono dell’emiro mercante.
A ogni modo si trovava nel bel mezzo di una situazione che non avrebbe potuto resistere a lungo. La ragazza appariva tanto spaventata quanto lo era lui. Perciò decise di rompere il silenzio e tentare almeno di aprire un dialogo.
«Come ti chiami?» chiese con un certo imbarazzo.
«Luna.» rispose lei «Mia madre mi concepì al momento del plenilunio e, l’emiro decise di ricordare quel momento con questo nome.»
Il giovane annuì e di nuovo scese il silenzio. Una zampa del mezzo si piantò in uno stretto crepaccio e l’abitacolo piegò bruscamente sul fianco. L’ancella gridò per lo spavento. Il giovane bloccò l’avanzamento immediatamente e si volse verso di lei.
«Tutto a posto?»
Lei annuì.
«Mi spiace.» il giovane sentì l’esigenza di chiedere scusa per lo spavento provato dalla sua compagna di viaggio «Non mi sono accorto del crepaccio.» disse impacciato.
Manovrò le leve e il mezzo tornò in posizione orizzontale «Cercherò di fare più attenzione.»
Lei fissò i propri occhi trasparenti come l’acqua di ruscello sul volto del giovane e sorrise «Sei un ragazzo gentile.» disse.
...continua
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