Non abbiamo più bisogno di star

Creato il 27 maggio 2013 da Tabulerase

Non abbiamo più bisogno di star tabule rase

Quanto è fragile la democrazia italiana? Pensate forse che sia forte ed inattaccabile e ben radicata nella nostra società? Niente di più sbagliato e lontano dalla verità. Ogni volta che ci lamentiamo di quello che fa un immigrato, magari clandestino, pur affannandoci a proclamarci “assolutamente non razzisti”, diamo verbo alla fragilità del nostro sistema democratico. Quanti leader carismatici e peraltro privi di non richiesto e deleterio star system ricordate? Craxi, forse il primo delle star del nostro malato sistema, fu l’emblema di quello che fu definito il periodo della “Milano da bere”, il trionfo dell’edonismo più spinto, con convention partitiche trasformate in sfarzosi show a fare da cornice al protagonismo ed a creare un culto della personalità destinato ad assicurare un’aura di potere immaginifico in cui gli elettori potevano identificarsi. D’altronde il dichiarato grande amico del leader socialista non è proprio Silvio Berlusconi che ha trasformato l’essere nell’apparire? L’apparire dall’alto in elicottero, il suo essere sempre accompagnato da donne più appariscenti che affascinanti, la corte di nani e ballerine al suo seguito, la creazione di uno star system personale che si è perfettamente adattato ad un paese malato dove come ha ben ricordato Jacques Séguéla, ha il maggior uso di star nel mondo secondo solo al Giappone. Nel suo libro “Presidente da vendere” Séguéla raffronta nelle more degli stessi problemi avuti, il crollo elettorale di Sarkozy e la contemporanea tenuta di Berlusconi che ha messo in mostra tutto il suo potenziale di abbronzatura, ceronatura, amoralità, soldi e sfarzo in cui il suo elettorato si può identificare, il vero “self made man” che interpreta il sogno americano che chiunque partendo dal niente può diventare ricco e potente, che poi questo accada come nel caso del nostrano Caimano tramite un sistema corruttivo certificato e accertato dalla magistratura poco importa nella empatizzazione del popolino.

Il fenomeno dell’ascesa al potere di una personalità dirompente ed invadente non è solo nostrano, ricordiamo che negli stessi anni abbiamo avuto un attore come Ronald Reagan diventare Presidente degli Stati Uniti ed un altro come Schwarzenegger Governatore della opulenta California, che poi entrambi abbiano lasciato i loro amministrati in un mare di debiti questo poco importa…. La di recente scomparsa Margaret Thatcher fu un personaggio, al di là dei meriti o demeriti che a seconda della parte politica le si vogliano attribuire, riporta alla memoria un periodo storico segnato dalla presenza di incontrastate stelle della politica mondiale e  non. Non per niente Iron Lady, come era stata soprannominata, ha dato il la ad una corrente di pensiero che proprio da lei prese il nome, il Thatcherismo, uno strano connubio tra conservatorismo e liberismo che ha profondamente segnato la storia inglese degli anni ’90.
Da dove nasce questo bisogno di un personaggio forte cui affidarsi se non da un perenne clima di emergenza creata a bella posta da un sistema politico che vive di autoreferenziarismo e si chiude a riccio nei privilegi della propria casta? L’emergenza giustifica il fatto che un Presidente della Repubblica graziare un agente segreto di un altro paese che ha compiuto atti criminali sul territorio italiano violandone la sovranità (ci riferiamo al caso Abu Omar di cui abbiamo trattato in altro articolo passato) e condannato in via definitiva da un tribunale della Repubblica, questo è forse un caso umano? Ma l’emergenza di tenere rapporti di amicizia con l’amministrazione statunitense giustifica questo abominio giuridico. E’ sempre in nome dell’emergenza, stavolta economica, che lo stesso, con il beneplacito dei partiti interessati solo alla gestione di un potere consolidato ed inamovibile, benedice un governo di “larghe intese” nato con il preciso programma di fare la riforma elettorale e  risolvere i pressanti problemi di bilancio. Infatti i primi ddl presentati sono stati quello sullo stop alle intercettazioni telefoniche, il dimezzamente delle pene per associazione mafiosa e per mettere fuori dal parlamento i Movimenti non costituiti in essere come veri e propri partiti e quindi assumibili nel sistema paese.

Zagrebelski ricorda come la democrazia stessa corrisponda all’insicurezza, pregna di scetticismo, dove dentro si trova tutto ed il contrario di tutto, l’insicurezza porta alla paura e questo al bisogno di quello che è stato definito come “l’uomo forte”, colui cui affidarsi quando si smarriti e si sono persi i punti di riferimento istituzionali, la sfiducia nella democrazia porta a non credere più ai punti cardinali del sistema democratico e credere che ci si un nocchiero che si presenta come immagine salvifica per portarci fuori dalla tempesta.
Idolatria politica, esaltazione del suo pensiero, venerazione cieca da parte dei suoi sostenitori, infallibilità delle sue decisioni, tutti caratteri che contraddistinguono la personalità di questi leaders che eletti democraticamente trasformano il loro potere in un’autocrazia quasi assoluta pur se basata sul voto popolare arrivando all’identificazione perfetta tra l’oggetto ed il soggetto, tra i seguaci e la loro guida, e che in caso di caduta provoca spesso la frantumazione del partito stesso come capitato in Spagna con il franchismo ed in vari stati dell’europa orientale.

Abbiamo veramente bisogno di un leader che sia non una persona particolarmente dotata, ma forte dal punto di vista autocratico come precedentemente descritto e che di fatto arrivi quasi a trasformare una società democratica in una monarchia? Una società evoluta e progredita come vorremmo, potremmo e dovremmo essere attuerebbe politiche di governance del paese dove gli eletti siano vera diretta espressione degli elettori e debbano rendere conto dei loro atti, una comunità salda e con fondamenta solide anche in stati di caos tende ad un naturale ordine attraverso una auto-organizzazione naturale, anche se dovesse prima attraversare una periodo oscuro, empatizzerebbe il disagio per ricavarne nuova linfa. Fantasie? Chimere? Impossibile? Assolutamente no, casi estremi ed esperimenti ad arte hanno dimostrato come nelle società non sia indispensabile avere questi soggetti, il Belgio è stato recentemente 540 giorni senza governo senza che nessun fattore importante calasse anzi, studi effettuati con prove sul campo in alcune aziende di funzionamento senza dirigenza hanno dato esiti assolutamente positivi. Se questi casi ed esperimenti non hanno forse prova di valore assoluto, hanno dimostrato come sia invece possibile che un paese scelga le persone da mettere alla guida del governo senza che queste debbano necessariamente porsi come piccoli satrapi d’altri tempi.

Non abbiamo più bisogno di star tabule rase


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