C'era bisogno di un nuovo capitolo che riprendesse le fila del primo, mitico, inimitabile film di Hooper? Un film che addirittura si permette di citare a profusione l'originale cominciando dove finiva l'altro?
La risposta è sicuramente no ma ci sono due possibili obiezioni da fare: la prima è che l'orrido remake targato Marcus Nispel del 2003 incassò uno sproposito di milioni ( circa 100, più o meno 10 volte le spese di produzione) e quindi perchè non tentare di nuovo il colpaccio, la seconda è perchè non fare un sequel aggiornato alla nuova tecnologia del 3 D che a qualcuno piace tanto?
Per quanto mi riguarda due obiezioni respinte ma naturalmente decide chi mette i soldi, noi abbiamo la fortuna ( o la sfortuna a seconda dei casi ) di stare dall 'altra parte della barricata.
Allora come è questo Non aprite quella porta 3 D? Francamente è meno peggio di quello che mi aspettassi, diciamo che si pone a un livello superiore rispetto ai vari remakes comparsi negli anni ma naturalmente siamo ad anni luce di distanza dal film di Hooper a cui cerca di richiamarsi più degli altri.
E' un film che complessivamente sa di poco: non c'è tutto il delirio splatter che uno si aspetta, ci sono le solite minchionerie da teenagers in vacanza che fanno tanto horror americano, c'è un certo gusto filologico nel recuperare le atmosfere dell'originale fatto testimoniato anche dal prologo anni '70 ( una delle cose migliori del film) e dai camei di vecchie glorie di cui la pellicola è letteralmente disseminata.
Ma è tutto abbastanza annacquato e anche l'uso del 3 D non aiuta di certo , è assolutamente pleonastico.
Dal punto di vista registico ci sono alcune belle sequenze ( vedi quella del poliziotto che va ad ispezionare l'antro di Leatherface armato di pistola, torcia e telefonino per riprendere tutto) ma il copione non brilla per originalità così come anche gli omicidi perpetrati ( alla fine il body count , escludendo il prologo, non è così alto per essere uno slasher) non sono così "creativi" come ci si aspetterebbe.
Nella seconda parte abbiamo a che fare a un ribaltamento dei ruoli per certi versi inaspettato: il vero cattivo non è Leatherface ma il male è incarnato da quelli che dovrebbero essere i rappresentanti della legge e dell'ordine in città che si affannano a cercare di nascondere gli errori del passato.
Un tentativo di umanizzazione un po' goffo, tagliato con l'accetta e introdotto da una sequenza abbastanza scult: Heather, la protagonista, sta aspettando solo di essere fatta a fettine sottili sottili dalla motosega di Leatherface e per evitare tutto questo in un crescendo rossiniano di emozioni tra schizzi di sangue e sguardi penetranti gli urla " Sono tua cu(ggg)gina!!!
Succede esattamente questo: lui vissuto sempre solo e tagliato fuori dal mondo circostante che probabilmente non sa neanche che cosa è un cu(ggg)ino spegne la motosega e si mette ad affettare solo gli altri cattivi.
Però effettivamente se affettava la cuginetta mi alzavo e me ne andavo, per protesta, non si può maltrattare così cotanta bellezza.
Una nota su Alexandra Daddario: una vera e propria dea scesa in terra , in quegli occhi annegherei ben volentieri. Nella sequenza in cui Leatherface la vuole affettare i miei occhi erano solo per il suo decolletè veramente generoso, altro che motosega e rumoracci di urla e affettamenti vari, si sperava in un crollo improvviso della camicetta che invece era bastardamente fissata proprio nei punti giusti.
Finale aperto a un possibile seguito.
Voglio sperare che Non aprite quella porta 3 D faccia venire voglia ai suoi fans di rispolverare l'origine di tutto, cioè l'inarrivabile film di Hooper.
Allora almeno sarà servito a qualcosa ....
( VOTO : 5 / 10 )