«Non arrendetevi!», il bellissimo messaggio di Stephen Hawking per chi soffre di depressione

Creato il 13 gennaio 2016 da Marianocervone @marianocervone

Conosciuto al grande pubblico dopo il film biografico La Teoria del Tutto del 2014, lo scienziato Stephen Hawking, oggi tetraplegico, continua a dare messaggi di grande esempio e conforto per l’intera umanità, che coniugano la fisica alla filosofia, vero esempio di una vita che non s’arrende.

L’ultimo messaggio dello scienziato di fama mondiale è questa volta per chi è affetto da depressione, facendo una straordinaria quanto toccante similitudine tra la malattia e i buchi neri, da lui a lungo studiati: «Non importa quanto sembrino oscuri, non sono nemmeno impossibili da scovare».

Hawking continua dicendo: «Il messaggio di questa lezione è che i buchi neri non sono così neri come appaiono. Non sono più le prigioni eterne che si riteneva un tempo».

Ed è qui il messaggio che il ricercatore rivolge a tutti: «Le cose possono fuoriuscire da un buco nero, sia dall’esterno, sia attraverso un altro universo. Quindi, se vi sentite in un buco nero, non arrendetevi – c’è una via d’uscita».

Il discorso si è tenuto lo scorso 7 gennaio di fronte ad una platea di quattrocento persone al Royal Institute di Londra. Prevista inizialmente per lo scorso novembre, è stata posticipata di due mesi circa per le condizioni di salute di Hawking.

All’età di 74 anni, Hawking convive con una malattia neuromotoria che l’ha portato alla totale paralisi da cinquantatré anni, nonostante, quando gli fu diagnosticata nel 1963, gli fu detto che aveva soltanto un paio d’anni di vita.

Alla stessa platea si è aggiunta la voce della figlia dello scienziato, Lucy, che, in merito al padre, ha detto: «Ha un invidiabile desiderio di andare avanti e la capacità di evocare con tutte le sue risorse, e con tutte le sue energie, tutta la sua capacità mentale e spinge nell’obiettivo di continuare ad andare avanti – e subito aggiunge – ma non solo di andare avanti per sopravvivere, ma di trascendere, andare oltre questo, facendo un lavoro straordinario come scrivere libri, tenere lezioni, ispirare altre persone con malattie neurodegenerative e altre disabilità».