Non avevo mai visto “La Notte dei Morti Viventi”

Da Messersottile @messersottile

…e giustamente qualcuno mi ha sgridato. Ieri sera ho rimediato, ma oggi sono stato ugualmente bacchettato da Alex Girola. A quanto pare mi mancava “uno dei dieci/quindici film fondamentali che hanno rivoluzionato il cinema moderno”.

Uno zombie sconvolto dalla mia ammissione di ignoranza.

Fino a ieri, la mia ignoranza sul cinema di zombie era praticamente completa. Di Romero ho visto poco tempo fa uno degli ultimi film, credo si trattasse di “Survival of the dead”, che non dovrebbe godere di grande credito neanche tra i fan più accaniti. A questo potremmo aggiungere qualche pezzo di qualche Residenti Evil visto facendo zapping e poco altro. Per dirla alla Fantozzi, sono un “esordiente totale”.

Confessare una lacuna del genere è un gesto che può costare caro, sono consapevole di rischiare di essere preso a pomodorate come  quello che ha dichiarato di non aver mai visto Star Wars.

Che effetto fa, quindi, vedere un film che tutti hanno già visto, un film del 1968 che ha aperto un genere che, a distanza di più di quarant’anni, vive fasi di alterno successo ma viene continuamente rilanciato?

L’effetto, per me, è stato spiazzante. Per prima cosa, il film è in bianco e nero (scelta non scontata per l’epoca in cui è stato girato). Seconda sorpresa: gli zombie non sono quei mostri putrefatti a cui siamo abituati nell’immaginario di oggi. Gli zombie (che nel film non sono mai etichettati come tali) sono persone morte da poco. Persone normali, come i protagonisti, ma morte. Questo è forse l’aspetto maggiormente angosciante. Le scene cruente della Notte dei Morti Viventi, a distanza di quarantacinque anni, non fanno più molta impressione. Il cinema ci abituati ad eccessi di violenza, allo splatter, ma siamo anche abituati ad avere ben chiaro chi sono gli umani e chi sono i mostri.

Potrebbe essere il vostro commercialista, invece è uno zombie

La differenza tra “noi” e “loro” è terribilmente labile. Lo schema è semplicissimo e sarà ripreso migliaia di volte. I protagonisti sono barricati in una casa, i morti sono fuori e hanno fame. I morti non hanno una strategia, sono lenti e goffi, ma inesorabili. I vivi devono solo resistere fino all’alba, stando a quanto dice la tv. Già, la tv, messa in primo piano da Romero, con quel vecchio tubo catodico che, inevitabilmente, deforma ulteriormente una realtà già sufficientemente alterata dai cadaveri che escono dalle tombe. Resistere fino all’alba dovrebbe essere un’impresa semplice, considerata la scarsa intelligenza degli avversari, ma i vivi, messi sotto pressione, mostrano il peggio di sé. I personaggi di Romero mettono a nudo tutte le nostre debolezze e, prevedibilmente, molti non faranno una bella fine.

Al di là di tutti i sottotesti voluti o non voluti dal regista, per cui vi rimando di nuovo alla recensione di Alex, la forza del film sta proprio in questo. Romero mette insieme una trama semplice, un’ambientazione altrettanto semplice (una casa e un cimitero, più facile di così) e dei personaggi assolutamente normali e mette a nudo i loro difetti e la loro paura.

Per concludere mi lancio in un parallelismo azzardato, tanto ho già fatto il pieno di insulti per essere arrivato al 2012 senza aver visto “La Notte dei Morti Viventi”. Fino ad ora il 1968 cinematografico, per me, aveva le fattezze di “2001: Odissea nello Spazio”. Altro genere, altro film che ha fatto la storia. Confrontare il dispiegamento di forze messo in campo da Kubrick con i pochi mezzi di Romero non avrebbe senso, ma è qui che viene il bello. Si può girare un film da “dieci/quindici film fondamentali” spendendo milioni e milioni di dollari o si può farlo con attori non di primo piano e un po’ di trucco per far impallidire i morti. Si può fare un film da cVitici o un film di zombie, ma in entrambi i casi si può portare un messaggio e lasciare un segno nella storia del cinema. E’ curioso come entrambi i film propongano una visione decisamente pessimista della società e dell’evoluzione dell’uomo. In entrambi i casi si arriva a un crepuscolo, ad una notte a cui segue un’alba di apparente rinascita. Nel caso di Kubrick so già come è andata a finire quella rinascita, nel caso di Romero mi dicono che dopo la notte viene… l’alba dei morti viventi. Credo che anche in questo caso l’alba di rinascita fosse solo una pia illusione.

E dire che sembra un vecchietto così tranquillo

Per ora è tutto, ho colmato una grave lacuna e mi rimane un grande interrogativo: sarà stato l’unico dei famigerati “dieci/quindici” che non avevo ancora visto? E per voi, quali sono i film irrinunciabili del cinema moderno?



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