Come facilmente intuibile la tematica posta alla base di "Non Buttiamoci Giù" è la vita, analizzata chiaramente dal suo lato più amaro, complicato, ostico. La pellicola diretta da Pascal Chaumeil - tratta liberamente dal romanzo di Nick Hornby - affronta infatti l'argomento meglio farla finita per allontanarsene subito e andare quindi a scardinare debolezze, paure e sensi di colpa che spesso portano l'essere umano a voler mollare qualunque cosa e a chiedere il conto. Il canovaccio preparato da Jack Thorne allestisce ciò con uno spirito dolce amaro, appoggiandosi ad un cast corale in grande spolvero, che benissimo sa adattarsi alle oscillazioni ironiche e drammatiche che muovono l'ago della bilancia repentinamente da un'opposto all'altro. Dal canto suo Chaumeil è chirurgico, non affonda mai troppo la lama in una direzione specifica, esplicitando la volontà dell'opera di volersi esprimere a tutti gli effetti sfruttando i tratti diversissimi che compongono i suoi protagonisti ma senza rischiare di risultare troppo indigesta o malinconica e né tantomeno superficiale o banale.
L'impegno, o la destrezza (?), utilizzati per evitare di cadere esageratamente nel dramma o colpevolmente nell'ironia impediscono a Chaumel di spaccare dunque un centro ben più importante e grande di quello dell'equilibrio che, al contrario, cerca (con successo) di non perdere mai di vista per tutto il film. Questo rende "Non Buttiamoci Giù" un occasione tendenzialmente persa, a cui non vale la pena nemmeno di denunciare alcune falle di sceneggiatura e di cui ci si dimentica subito, non appena il volo intrapreso dall'alto si conclude su di una superficie gommosa e ravvicinata abbastanza da eliminare addirittura l'ebbrezza ricercata del volo.
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