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Non c’è esperienza senza linguaggio. Tiziano Scarpa, “La vita, non il mondo”

Creato il 10 marzo 2010 da Retroguardia

Non c’è esperienza senza linguaggio. Tiziano Scarpa, “La vita, non il mondo”

di Francesco Sasso

Tutto accade sempre nell’esperienza. E l’esperienza ordinata su un foglio bianco è scrittura, giacché non c’è esperienza senza linguaggio. Ora, l’esperienza artistica mira a cogliere la molteplicità dei sensi racchiusa nell’esperienza umana. E’ ciò che ha tentato di fare Tiziano Scarpa scrivendo La vita, non il mondo (Laterza 2010, collana Contromano). In questo libro la Parola è il mondo. Direi meglio: è il tentativo di sondare la Parola attraverso lo sguardo dello scrittore sul mondo.

Il volume è suddiviso in sei sezioni battezzate con i pronomi personali (io, tu ecc). All’interno di ogni sezione, un buon numero di brevi prose di max 1.000 caratteri ciascuno. Una gabbia formale in cui condensare le immagini, i sentimenti e le riflessioni.

Sono testi liberi da ogni convenzione, da ogni tradizione, da ogni necessità pratica: Scarpa vede, sente, immagina, e fissa su carta quello che rapisce i suoi occhi e la sua mente. Si affrontano vari argomenti: dalla pittura ai piccoli incidenti della vita quotidiana. Il sottile filo che collega ogni prosa è sempre l’amore della Parola e del mondo, e lo stile è vivace, appassionato ed eloquente.

A volte, però, il sentimentalismo sospiroso si effonde in una linea semplice e retorica. Un esempio tipico è la prosa in cui il narrante racconta di essere andato dal panettiere. Sugli scaffali scorge metà pane. Lo compra. Appena rincasato scopre che la sua compagna aveva precedentemente comprato l’altra metà di quel pane. Da qui sgorga una simbologia tanto banale quando urticante per il sottoscritto.

Ma questo è, a mio vedere, una piccola caduta. La gran parte delle prose sono invece frammenti incandescenti che si incuneano nella coscienza del lettore e lo spingono a riflessioni insolite.

f.s.

[Tiziano Scarpa, La vita, non il mondo, Laterza, 2010, pp.157, € 10,00]

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