Ci risiamo, dopo le polemiche e le minacce di querela tra Vasco Rossi e il sito Nonciclopedia, si riparla a sproposito di "satira" e di "libertà di satira", argomento ormai molto di moda negli ultimi anni, nei quali la "satira politica" ha di fatto soppiantato il vero dibattito e si è proposta e consolidata quasi come unica mezzo di espressione efficace.
Il problema è che si è dato al termine di "satira" un significato sempre più estensivo che ha provocato la scomparsa del nome di altri generi comici, che pure hanno una loro dignità e una tradizione storica alla spalle non meno nobile.
Il casus belli è stato dato dalla morte in pista del pilota di moto Gp Marco Simoncelli, un ragazzo di soli 23 anni rimasto vittima della sua passione per le moto e l'alta velocità, e a dare la stura alla nuova polemica sempre il cantautore Vasco Rossi, che di nuovo ha attaccato il sito Nonciclopedia per le battute di dubbio gusto pubblicate sulla scomparsa del centauro romagnolo.
Le polemiche si sono poi estese, perché è stato subito fatto rilevare che non è stato solo il sito Nonciclopedia a pubblicare battute di quel genere, ma che anche siti considerati "trendy" come Spinoza.it avevano fatto lo stesso.
Ora bisogna saper accettare, nella spirito di una democrazia liberale, anche che si scherzi sulla morte di un ragazzo e sulla morte in generale, lasciando a ognuno la libertà di giudicare se la cosa sia di cattivo gusto o decisamente riprovevole, perché in fondo ridere della morte ha da sempre un significato liberatorio e pure scaramantico (che come in tutte le cose umane anche l'umorismo c'è chi lo fa meglio degli altri), ma sarebbe ora che si smettesse di definire satira tutto quello che vorrebbe far ridere il prossimo (anche perché la satira a volte non fa ridere per niente).
La satira è una critica al potere, fatta con lo sberleffo, l'ironia e il sarcasmo: quale potere poteva rappresentare un ragazzo di 23 anni che correva in moto?
Che poi pure le sue esequie siano state una esagerata rappresentazione di cattivo gusto è un altro conto, da discutere semmai in altra sede.
Qualcuno si chiede: "che differenza c'è allora con le battute sulla morte di Gheddafi?"
La differenza sta che quelle non sono dirette tanto contro l'ex tiranno morto, ma contro i potenti che prima l'hanno sostenuto e poi abbattuto.
E comunque chiamatela comicità macabra, umorismo nero (tipico dello humor britannico) o come vi pare, ma non chiamatela satira.