«Non è colpa mia»

Creato il 13 marzo 2015 da Scribacchina

«Un tale di mia conoscenza s’era innamorato una volta, come voi, di una donna che gli faceva poco onore. Aveva sì, di quando in quando, qualche lucido intervallo, da capire che presto o tardi quest’avventura gli avrebbe fatto torto; ma, per quanto ne arrossisse, non aveva il coraggio di romperla, e il suo imbarazzo era maggiore perché s’era vantato con gli amici d’essere pienamente libero, e sapeva che il ridicolo cresce quanto più ci si fa in quattro per sfuggirlo. Passava pertanto la vita a commettere sciocchezze su sciocchezze, salvo poi di scusarsene col dire: “Non è colpa mia”.
Per fortuna, quest’uomo aveva un’amica, la quale veramente a un certo momento aveva avuto una gran tentazione di darlo in pasto al pubblico in quel suo stato d’ubriachezza, per rendere in tal modo incancellabile la sua ridicolaggine; ma poi, perché più generosa che maligna, o forse anche per qualche altra ragione, volle fare con lui un’ultima prova, per potere in ogni caso essere in grado di dire, come diceva l’amico: “Non è colpa mia”. Gli mandò dunque, senza una parola di commento, la lettera che segue, come l’unico rimedio che poteva essere utile al suo male:

“Tutto finisce per venire a noia, angiolo mio; è una legge di natura, non è colpa mia.
“Se perciò mi sono seccato adesso di un’avventura che mi ha tenuto impegnato per quattro lunghissimi mesi, non è colpa mia.
“Se, per esempio, il mio amore è stato uguale, a dir molto, alla tua virtù, non c’è da meravigliarsi che l’uno sia finito quando è finita l’altra, e non è colpa mia.
“Ne consegue che già da qualche tempo io ti ho ingannata; ma bisogna anche dire che la tua spietata tenerezza mi ci ha in certo modo costretto; e però non è colpa mia.
“Oggi una donna che amo disperatamente vuole che io ti sacrifichi a lei: non è colpa mia.
“Capisco di offrirti una bella occasione per gridare al tradimento; ma, se la natura ha voluto accordare agli uomini la sola costanza, mentre dava alle donne l’ostinazione, non è colpa mia.
“Dammi retta, cara, scegliti un altro cavaliere, come io mi sono fatto un’altra amante: il consiglio è buono, anzi eccellente, e, se non vorrai seguirlo, non è colpa mia.
“Addio, angiolo mio, ti ho presa con piacere, ti lascio senza rimpianto, e forse un giorno ci ritroveremo: così va il mondo, e non è colpa mia.”

Non è adesso il momento, visconte, di raccontarvi il risultato di questo ultimo tentativo e ciò che ne seguì; ma vi prometto di dirvelo nella prossima lettera.
Buona sera, visconte».

La Marchesa di Merteuil al Visconte di Valmont
Lettera CXLI – Les Liaisons Dangereuses
(Choderlos de Laclos – 1782)


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