Dopo circa 30 ostelli in giro per il mondo avevo voglia di vivere quell’ambiente da un punto di vista diverso, quello dello staff. Non potevo immaginare di lasciare a Lisbona un pezzettino di cuore in cima ad una salita ricca di murales, gradini e profumi di ristorantini locali troppo nascosti per essere affollati.
Sono passate cinque settimane da quando ho posato lo zaino e il mio compagno di stanza, divenuto poi un grande amico, mi ha subito portato ad uno dei punti panoramici sulle colline, dove ho conosciuto i suoi amici ungheresi.
Nel mezzo tanti check-in, tanti volti con cui condividere colazioni, passeggiate in città, esperimenti culinari in terrazza o birre in giardino, storie di incredibili e abbracci al check-out, accompagnati da tante promesse di rivederci un giorno, a casa mia, a casa tua.
Ogni giorno diverso, pieno di energia e di repentini cambi di programma per colpa delle tante idee e scambi di informazioni che avevamo con i colleghi. Mi mancheranno i risvegli con la chitarra di Luis alla reception, le storie di Matt con i Led Zeppelin durante i lunghi turni di notte, perdere costantemente i treni con Rob e Tamas, cucinare per Filipa e la sangria andalusa di Pepa. Oggi sto andando via ma mi sento felice per aver dedicato del tempo a questa grandiosa esperienza e ancora di più per aver passato le ultime tre sere a sentirmi dire in quattro lingue diverse di non partire, di andare a trovare nuovi amici nelle cities degli USA e in Australia, nella vecchia Praga e la dinamica Budapest, al gelo in Canada, in spiaggia in Spagna e in Francia. Una bella esplosione di ricordi allegri, nuove idee e perché no soddisfazione.
Ho veramente capito che questa esperienza stava per finire quando, ieri sera, ho portato i miei nuovi colleghi a vedere il tramonto nel mio posto preferito, proprio come aveva fatto Tamas con me il primo giorno. Volevo che per loro il primo impatto fosse speciale quanto lo è stato per me. Oggi il sole splende ancora e io sto per uscire, devo andare a Nord. Ho solo un ultimo check-out da fare poi ho finito.
“Ciao Luis, ti riporto la chiave, è stato fantastico. Tornerò, promesso.”
Poi giù fino all’ultimo gradino, ultimo di mille ricordi.
Luca