E' necessario essere profondamente pronti per accogliere un dono quando si tratta di affetti, di relazioni umane.
Bisogna non aver paura, fare un salto quantico fuori dallo stereotipo per capire che
N-O-D-O...vincolo, costrizione e tutto ciò che ne consegue, sono solo un anagramma di D-O-N-O.
In fondo siamo abituati a partire sempre dal presupposto negativo, quasi come se esorcizzare l'esito negativo del naufragare di ogni momento di sincere relazioni umane, ci permettesse di evitare la sofferenza futura e di poterci così crogiolare nei nostri "tanto lo sapevo", "lo avevo detto io", "non poteva che essere così", "nessuno fa niente per niente"...
Quasi diffidiamo di chi è troppo se stesso se è qualcuno che dona senza chiedere niente in cambio.
Quasi diffidiamo delle persone "esuberanti"... più gestibili quelle moderatamente noiose...
Mentre rifletto su tutto questo trovo uno scritto di Cristoph Baker che parla da sè, dicendoci quanto tutto è più semplice se ci liberiamo da tutte quelle teorie psicologiche secondo le quali venire al mondo è un grande trauma!
"Quando l'uomo crea,quando è ispirato, ci mostra la via a un vero godimento della vita.
In quei momenti, sale dal profondo della nostra anima una forza atavica, pura, stravolgente, onnivora: è l'esuberanza. E' quella miscela di vitalità, energia,buon umore, spavalderia,esagerazione e un pò di follia che ci porta dritto in braccio alla felicità. E' come se ogni cellula del nostro corpo si mettesse a ballare e a cantare. L'esuberanza è una passerella che ci lega direttamente all'emozione più profonda di essere vivi. L'esuberanza ci porta ad aprire porte e finestre chiuse da troppo tempo. Ci spinge a sfidare le leggi della fisica, ci dice che l'orizzonte è raggiungibile anche se sfugge sempre più in avanti, ci parla di isole ancora da scoprire, di foreste incantate da penetrare. L'esuberanza ci invita a liberarci di troppe convenzioni e complessi di colpa. Di lasciar perdere per un pò il calcolo delle probabilità che anche questa avventura si trasformi in un disastro. Ci sarà tempo per la malinconia dopo. Dopo, però. Prima tocca respingere i limiti del mondo conosciuto.Bisogna avventurarsi al di là dei limiti della normalità e delle abitudini. Se spesso ci sentiamo come in una gabbia, forse è dovuto al fatto che non facciamo saltare abbastanza i lucchetti. L'esuberanza ci fa assaggiare il vero gusto della libertà. Ed è un gusto forte, con un buon equilibrio di dolce e amaro, che ti fa inebriare e scopri che questa ebrezza è deliziosa"
Socialmente sovversivi....questi esuberanti che sanno che fra dono e nodo....l'unico legame è un anagramma!