NON E’ UN PAESE PER PERSONE NORMALI
Sono parole scritte da Simonetta Verla allo psichiatra e psicoterapeuta Luigi Cancrini, che risponde alle lettere dei lettori sul quotidiano l’Unità.
Il medico risponde così:
«Quello che più di tutto è costato a Bersani, in campagna elettorale, è stato il suo presentarsi come una persona e come un politico «normale», come una persona saggia per cui l’unico rinnovamento possibile si sviluppa nella continuità: correggendo gli errori e valorizzando quello di buono che si è fatto in precedenza. Quella che più gli nuoce in questa fase è la chiarezza senza retropensieri del programma, la tendenza ad anteporre le cose da fare alle trame, elettorali o strategiche, lo sguardo rivolto al bene comune invece che alla convenienza personale. Armi spuntate, apparentemente, contro avversari assai più cinici e manovrieri di lui. Ad un potere «assoluto» pensano Grillo ed i suoi, infatti, fantasticando elezioni in cui tutti saranno costretti ad «arrendersi» alla forza di un movimento «che esige ma non tratta», mentre ad un’amnistia o a un salvacondotto per sé pensa Berlusconi. Rimasto solo a difendere l’idea per cui il fine non giustifica i mezzi, Bersani probabilmente non ce la farà. Quello che piace di più a tanti (troppi) giornali ed elettori è il protagonismo del leader da palcoscenico. Con lui, per fortuna, non è disponibile».
Mi associo alle parole dello psichiatra e come Simonetta scrive, nella sua lettera, vorrei anch’io stringere la mano a Bersani,a Grasso e alla Bordini per dire loro di andare avanti, di fare tutto il possibile, magari miracoli, per questo paese. Abbiamo bisogno della loro «normalità», della loro capacità e dei loro ideali, per salvare il Paese e renderlo più vivibile per noi e per i nostri figli.