Mi trovo, purtroppo per la realtà dei fatti, assolutamente d’accordo con il post Un paese di cretini scritto da Stefano, dove – tra l’altro – si evidenzia come, per un’installazione anche domestica di un apparato connesso alla rete (come un router o uno switch) la legge imponga l’intervento di un installatore iscritto all’albo, pena una sanzione da 15mila a 150mila euro.
Secondo quanto dispone la bozza del decreto attuativo pubblicata dal Ministero per lo Sviluppo Economico, se disponete di un router con al massimo 10 porte siete salvi, purché non abbiate anche un access point per la connettività WiFi:
1 (…) gli utenti possono provvedere autonomamente all’esecuzione dei lavori di cui all’articolo 2, comma 2, quando l’impianto interno di comunicazione elettronica, indipendentemente dalla sua complessità e dalla larghezza di banda offerta dall’operatore di rete, ha una capacità non superiore a dieci punti di utilizzo finale e l’allacciamentodell’impianto stesso alla rete pubblica di comunicazione elettronica richiede il solo inserimento del connettore nel relativo punto terminale di rete.
Se aveste ad esempio un accesso WiFi, i punti di utilizzo finale (il numero di connessioni che fanno capo a quell’access point) potrebbero anche essere più di dieci e, quindi, non potreste installarvi da soli l’apparato. La legge non vuole utenti, ma utonti…2. Il solo allacciamento diretto di un terminale ad un punto di utilizzo finale non richiede l’intervento di imprese di cui all’articolo 2, comma 2.