Non escludo il ritorno

Creato il 29 ottobre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2014

Durata: 90'

Distribuzione: Poker Entertainment

Genere: Biografico

Nazionalita: Italia

Regia: Stefano Calvagna

Data di uscita: 06-November-2014

Invecchierò 5 minuti prima di morire”: con quest’aforisma califfiano si apre il biopic  di Stefano Calvagna che filma l’ultima delle tre vite di Franco Califano in un lungometraggio che si propone di essere un vero e proprio cammino del Maestro, vissuto in prima persona dall’interpretazione sorprendente, realistica e mai caricaturale dell’attore Gianfranco Butnar.

Il regista si è avvalso della conoscenza diretta degli amici di Califano, riuscendo ad avere in prestito oggetti personali e racconti di vita legati all’artista. Calvagna spiega che il film riguarda la “terza vita” del Califfo, considerando che la prima vita è quella in cui egli conobbe il successo, la seconda quella in cui si sgretolò parte della sua vita artistica, la terza quella in cui egli provò con tutto se stesso a tornare in gioco e riprendersi la credibilità di cantautore di vita. In quest’opera il regista vuole mostrare al pubblico l’anima di Franco, abitata da malinconia e solitudine in netta contrapposizione con ciò che mostrava in pubblico: un uomo simpatico, eccentrico e così tanto travolgente nel porsi con quella comicità che appartiene solo alle persone cresciute con poco.

Nella scena che sembra portare la firma di Thomas Mann, si scorge una spiaggia dove il Maestro si allontana dai suoi amici più cari per andare a morire lontano, in solitudine, ripercorrendo i momenti più duri e più belli della sua vita. È un continuo susseguirsi dei momenti più significativi che Califano vive dal 2004 fino alla primavera del 2013, quando morì. Troviamo un artista nella sua sincera veste di persona che non dimentica mai di essere un paroliere di squarci di vita che appartengono alla semplicità della quotidianità. Un poeta che dietro la sua parlata romanesca cela una graffiante sensibilità scritturale dalla quale nacquero canzoni che rimarranno fisse nell’olimpo della cultura popolare: Minuetto scritta per Mia Martini, il cui testo nasce dopo i tentativi di Maurizio Piccoli e Bruno Lauzi che invano avevano cercato di realizzarne una stesura convincente; si decide pertanto di contattare Franco Califano, il quale, traendo spunto dalle ultime vicende sentimentali della stessa Mia Martini, riesce a cucirle addosso un successo senza tempo. Un uomo molto vicino ai giovani con cui amava scherzare e da cui ricevette la spinta per tornare a scrivere e riemergere dall’abisso in cui si era confinato: per tutti un nonno bizzarro ed originale.

Un ritratto di un personaggio scomodamente inedito che ha sempre cercato uno spiraglio di allegria dalle vicende più amare, rimanendo se stesso pur allontanandosi dalla società che lo circondava. Il film è soprattutto una dedica a Califano da parte di Calvagna che, oltre ad essere stato un fan di vecchia data, è stato anche un personale amico; egli racconta la persona del Maestro nella stessa semplicità e nella sincerità in cui lui amava vivere.

Libero Bentivoglio


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