Le chiamano anche stelle morte o cadaveri stellari, perché nascono dopo l'esplosione di grandi stelle. Da decenni i ricercatori si interrogano sul procedimento che porta questi oggetti a raggiungere le altissime temperature che sono state rilevate. Di recente è stato scoperto un nuovo strato al di sotto della superficie che cambia le carte in tavola. Lo studio pubblicato su Nature.
di Eleonora Ferroni 02/12/2013 14:42Fino ad ora gli scienziati hanno ritenuto che la temperatura della superficie di una stella di neutroni, una stella super- densa che si forma quando una grande stella esplode e il suo nucleo collassa su se stesso, fosse direttamente dipendente dalle reazioni nucleari all’interno della crosta.
È sempre stata questa la teoria più accreditata, ma di recente un gruppo di ricerca dell’Università del Michigan ha presentato i risultati di nuovi calcoli teorici che proverebbero l’esistenza di uno strato finora mai studiato al di sotto della superficie dell’oggetto, dove si verificherebbero reazioni nucleari che, al contrario, contribuirebbero al raffreddamento della sua superficie attraverso la fuoriuscita di un enorme flusso di neutrini (il processo che in gergo tecnico prende il nome di neutrino cooling.
“Questi strati si trovano ben al di sotto della superficie”, ha detto Hendrik Schatz, professore di fisica e astronomia, nonché autore dello studio pubblicato su Nature. “Se il calore proviene dagli strati più interni della stella, nel momento in cui entra in contatto con gli strati più freddi incontra ovviamente difficoltà nel risalire fino alla superficie”. Ed è qui che si infittisce il mistero, perché i nuovi calcoli cambiano totalmente le precedenti teorie. Come arriva, allora, il calore fino alla superficie della stella?
Questa nuova ipotesi sembra però non generalizzabile. Il team di ricerca, a livello sub-atomico, ha trovato che il processo di raffreddamento attraverso la ‘fuga’ dei neutrini è fortemente influenzato dalla forma dei nuclei reagenti. Quelli di forma sferica impedirebbero il processo di raffreddamento tramite neutrini, mentre nei casi in questione i nuclei reagenti sembrano avere forme diverse, oblunghe, che somigliano a quella di un pallone da rugby.
Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni