Non hanno tutte ragione

Creato il 21 dicembre 2011 da Parolecomplicate

L’opera artistica migliore degli ultimi 30 anni è Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino. In un governo di veri tecnici Sorrentino sarebbe Ministro della Cultura e dell’Istruzione. Della Cultura, perché è da Sorrentino che bisognerebbe partire, oggi, per sperare nella nascita di un altro Tiepolo fra un paio di secoli. Dell’Istruzione, perché ogni parola di Hanno tutti ragione è essenziale, corretta, semplice e reale. Quello a cui dovrebbe aspirare la scuola, cioè il contrario del nostro tempo.

L’unico problema di Hanno tutti ragione è che non piace alle donne. E’ un libro maschile, per due ragioni.

La prima è la solitudine. Tony Pagoda, il protagonista del libro, è solo. Solo come un uomo. Raggiunge abissi di solitudine tragica, struggente, quasi estatica. Anche le donne possono essere sole, ma non così. Alle donne per smettere di essere sole basta alzare il telefono. L’uomo è solo sempre. Soprattutto quando alza il telefono.

L’altro motivo è che Hanno tutti ragione dice la verità. Non c’è verità senza morte. E tutto, in Tony Pagoda, è morte. Ogni suo respiro, ogni piatto di sua moglie, ogni sua canzone e ogni sua speranza  sono pura morte. E quindi pura verità. La donna è creatrice, è vita. L’uomo uccide, l’uomo muore. Con queste cose ha più confidenza.

Sorrentino non piace alle donne perché è solo e perché è vero. Una ragazza un po’ più giovane di me, per esempio, ne è rimasta delusa perché il libro “parte bene ma ha un finale un po’ debole“. Il mondo è vario. La stessa perfezione artistica che sconvolge l’uomo porta la femmina a desiderare una puntata di C.S.I. Miami.


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