Magazine Diario personale

Non ho un’opinione sul mercato della bulloneria e sulle brugole

Da Andreapomella

Non ho un’opinione sul mercato della bulloneria e sulle brugole

Giorni fa mi metto a parlare di libri con questa qui. Lei con aria molto affaccendata mi fa: “Io leggo tanto, sai, ma non i libri che pensi tu”. “Io non penso niente”, le rispondo. Lei ride, fa finta di darmi una spinta leggera. “Cioè non quei libri pieni di descrizioni”. “Ma gli scrittori descrivono”, le faccio presente. Fa una pausa, poi scuote la testa: “Sì, va be’”. Il suo “Sì va be’” va letto come una dichiarazione di insofferenza nei miei confronti, ma anche nei confronti dei libri, o meglio, di tutti quei libri che non sono stati scritti da Saint-Exupéry (che – per inciso – sono la maggior parte dei libri, ma lei non ne sembra molto convinta). Io non ho niente contro Saint-Exupéry, è solo che non mi piace perder tempo a parlare di libri con chi – sembra una banalità ma non lo è – non legge libri. Eppure il mondo oggi ci richiede di essere iper-competitivi e tutti dobbiamo avere un’opinione su qualsiasi cosa, e a questo non riesco ad abituarmi. Io per esempio non ho un’opinione sul mercato della bulloneria e sulle brugole, perciò non ho la pretesa di entrare in una ferramente e mettermi a discutere su quale sia la marca migliore di rivetti autofilettanti a testa tonda. E poiché non posso ogni volta mettermi a concionare – non ne ho la pazienza, la preparazione, la voglia – preferisco fare la parte dell’antipatico. Poi mi metto a pensare: “Boh, però chissà, magari lei stasera trova il coraggio di prendere in mano I fratelli Karamazov, e magari le piace pure, e poi si mette a fare paragoni, e capisce che Dostoevskij non è Saint-Exupéry”, a quel punto però mi vengono un sacco di scrupoli, perché forse avrei dovuto spiegarle con un po’ di pazienza cosa intendo di preciso quando dico che “gli scrittori descrivono”, insomma spiegarle che le persone che criticano un libro accampando la scusa che “ci sono troppe descrizioni” mi mandano in bestia. Tutto questo per dire che sono un estremista, un fanatico odioso e saccente, e che non mi piace parlare di libri. Anche se alla fine ne parlo tutto il giorno e con chiunque.


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