Non mi piaci ma ti amo di Cecile Bertod

Creato il 12 marzo 2015 da Anncleire @anncleire

“Non mi piaci ma ti amo” è entrato nelle cose da leggere da quando ho intuito le parole “si detestavano”, “matrimonio combinato”, “happy ending”. Parto per la tangente quando mi ritrovo davanti certi argomenti e complice una domenica in cui sono stata malissimo e avevo bisogno di una storia per distrarmi, mi sono fiondata su questo libro, uscito a febbraio per Newton Compton in una veste rivisita dopo esser stato auto pubblicato da Cecile Bertod col titolo “Wife without benefit”. Devo ammettere che sono stata decisamente delusa, mi aspettavo una storia strappalacrime e assolutamente accesa e invece sono arrivata alla fine con la sensazione che mancasse qualcosa…

Thomas e Sandy: lui nobile e ricchissimo, lei di semplici origini irlandesi. È solo l’amicizia tra le loro famiglie a unirli. Capita così che ogni anno i due trascorrano le vacanze estive a Garden House, la favolosa residenza dei Clark. Sandy odia quei mesi, perché detesta Thomas, il suo stile di vita, i suoi amici. Crescendo, i due si perdono di vista finché…

Alla morte del nonno, durante la lettura del testamento, Thomas si trova di fronte a un annuncio sconvolgente: potrà ereditare ogni bene solo a patto che metta la testa a posto e si sposi. E con chi? Proprio con quella Sandy Price che non vede da almeno cinque anni. Deciso ad aggirare la volontà del nonno, Thomas cerca di contattare la ragazza per convincerla a tirarsi indietro. Sandy, però, sta attraversando un momento complicato: è disoccupata ed è sul punto di perdere l’anticipo versato per acquistare un piccolo bistrot. E quando all’improvviso si presenta la possibilità di coprire ogni spesa, finisce per accettare la bizzarra proposta. Ma cosa ci si può aspettare da un fidanzamento, se lui e lei si odiano sin da piccoli? Nulla di buono, a meno che, tra una finzione e l’altra, non accada qualcosa di assolutamente imprevisto…

Le premesse per il genere di storia che mi aspettavo dal profondo c’erano tutte. E decisamente me le aspettavo compiute nel corso del libro. C’era il bello e dannato, ma frainteso, lei spigliata e fuori dalla norma, circostanze che li avevano uniti senza che loro potessero fare niente per impedire una tale unione. In realtà gli equivoci sono banalissimi, le risposte fin troppo semplici e mancano quei sentimenti forti, quelle rivelazioni sconcertanti che mi sarei aspettata.

Sandy è la classica ragazza che lotta tutta la vita per emergere e si deve accontentare degli scarti di una realtà che non la comprende appieno e la lascia a fustigarsi in un contesto di recriminazioni. Laureata e preparata ad affrontare il mondo, finisce per svolgere lavori di ripiego. L’intuizione è quella di aprire un bistrot con le sue amiche ma si rendono conto di non avere i mezzi e quando un’occasione inaspettata le capita a tiro, nonostante gli iniziali tentennamenti, ci si fionda sopra. Sandy è astuta, dinamica, forte e cerca di cogliere il meglio delle occasioni che le capitano a tiro, pur non accorgendosi di quello che ha di fronte. Corre alla ricerca di qualcosa, salvo poi ritrovarselo di fronte. Vivere nel lusso e sul chi va là insieme al suo nemico numero uno, il ragazzino che ha rovinato la sua infanzia, da incubo si trasforma in sogno, salvo poi spezzarsi di fronte a lei. Sandy in fondo è un’immatura, alla ricerca di una stabilità e di una sicurezza che sembra non avere mai, neanche quando Thomas si mostra a lei per quello che è.

Dall’altro lato Thomas è un uomo scaltro, un uomo d’affari che ha a cuore la salvaguardia dei beni di suo nonno e la sua sicurezza economica. Un uomo che non è mai stato messo in discussione, salvo da Sandy. Indipendente e stakanovista, non si è mai preso una pausa e Sandy è una sfida continua al suo auto controllo. Inizialmente sembra odiarla tanto quanto lo odia la ragazza, eppure ad ogni interazione ci si rende conto che potrebbe fare di peggio. E poi la rivelazione finale mi ha lasciato con l’amaro in bocca… insomma tutta la questione si risolve con la paura di impegnarsi, di provarci, di vivere. Che da un certo punto di vista è anche comprensibile, ma dall’altro non lo posso accettare. Non posso credere che i sentimenti siano così profondi da superare gli anni e ridursi al nulla, con battibecchi infantili, scene basate solo sui guizzi superficiali e incapaci di ingaggiare sentimenti forti.

Ogni avvicinamento, forzato, è quasi sprezzante, e Sandy viene anche umiliata nel corso di una cena per i suoi abiti poco raffinati, dagli amici snob di Thomas e lui non fa nulla, assiste, quasi divertito alla scena. Assurdo il fatto che improvvisamente vada tutto bene come è assurda pure la scelta di Sandy nell’ultima parte del libro. Manca dialogo, mancano sentimenti capaci di rivoltarmi ed emozionarmi


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