Non mollare. Mai. – Piccoli frammenti di espatrio

Creato il 10 agosto 2014 da Koalalondinese @farego


Questo va al barista indiano che serve tazzine su tazzine di caffé, e che sta mettendo i soldi da parte privandosi di tutto quello che puó perché vuole tornare al suo paese e comprarsi una casa. Questo va alla commessa Ukraina con i piedi stanchi che rovista fra la pila di magliette alla ricerca della taglia giusta, e che a casa sua aveva un bel posto in banca, poi é arrivata la crisi ed é dovuta andare altrove. Questo va all’addetta alle pulizie sudamericana, che si spruzza campioncini di profumi firmati e sogna grandi viaggi. Questo va alla ragazza italiana laureata ma che parla a malapena l’inglese, e mentre serve caffé e cappuccini, intanto sogna di lavorare come Personal Assistant in un grosso ufficio a vetri con vista sulla city. Questo é per l’estetista cubana che dipinge unghie e raschia calli, e intanto sogna di fare shopping da Chanel e LV. Questo va al ragazzo polacco scappato di casa perché innamorato di un uomo, e con cui ora convive. Questo é per il cuoco del Bangladesh che serve alla mensa, parla poco l’inglese e allora annuisce e sorride sempre. Questo va alla commessa araba-inglese che sbuffa e corre su e giú tutto il giorno, ma di notte va per discoteche sperando di incrociare e accalappiare uno ben sistemato come il principe Harry. E poi c’é quella Afghana che non vuole sposare il ragazzo che la famiglia le impone. Questo va alla ragazza finlandese che sogna di sfondare nel mondo della musica, intanto studia e serve ai tavoli, ma gli anni passano e lei é sempre piú stanca. Questo va alla ragazza di Manchester che vive a Londra con due gatti, e troppi coinquilini per due sole stanze. Questo va al ragazzo brasiliano che ha due lauree ma qui pulisce i pavimenti e intanto manda CV per il suo settore. E poi c’é quello filippino che di sera suona con la sua strampalata band nei localini londinesi, e di mattina fa il cameriere e sogna l’America. Questo va alla signora greca che mi disse mentre le impacchettavo i vestiti, che anche lei era stata una commessa ma finalmente era ricca. Questo va all’australiano che gira il mondo e lavora dove puó e vuole, ma ora é stanco e pronto per tornarsene a casa. E c’é pure l’altro di australiano che invece non riesce a tornare a casa quanto vuole, perché il biglietto costa troppo ma ora che é diventato restaurant manager forse puó. Questo va alla polacca che cerca di far quadrare i conti e vorrebbe un figlio, ma il marito fa il muratore. E poi c’é il sud africano che finalmente dopo anni e anni di gavetta ora lavora nel mondo della musica. Questo va per il receptionist italiano che vive in un buco di appartamento e intanto sogna di andare un mese in Perú. E poi c’é la madre italiana che fa avanti e indietro perché cosí almeno suo figlio non spende troppo. Un’altra é felice che il figlio ha trovato un ottimo lavoro all’estero anche se questo vuol dire che lo vede pochissimo. Questo va al ragazzo bulgaro batterista che dopo dieci anni di Londra vende la batteria e se ne va via. Questo va alla ragazza giapponese scappata di casa da un marito violento e che ora é felice anche se non vede piú sua figlia. Oppure l’altra ragazza giapponese che finalmente torna a casa, a Tokyo con un lavoro consono alla sua laurea, ma prima vuole farsi una settimana in italia. Questo va all’ispanico che ride sempre e intanto cucina, e all’italiano che si alza alle quattro per andare al lavoro, e l’indiano che cerca una bici per farsi km risparmiando sui mezzi, e la portoghese che non trova marito e si sbatte di incontri al buio, e la newyorkese che vorrebbe tornarsene a in America ma dice che non puó, poi c’é l’italiana che é qui da 40 anni e sogna di venire a finire i suoi giorni nella sua amata Puglia, e l’anziana signora francese che vive da sola e parla solo di oroscopo e regine, oppure l’irlandese magazziniere che sente sempre la radio cosí non pensa, questo va a voi, a noi che una mattina abbiamo chiuso tutto in una valigia e siamo andati via. Questo va per chi passa ore su Skype a parlare e su internet alla ricerca di un volo lowcost. Questo va a quelli che nonostante gli inizi difficili, gli anni a girare in tondo, l’essere straniero in terra straniera comunque ce la fa. Comunque un modo lo trova! Questo é per chi ha messo radici qui come altrove, per quello che ci ride su, per quella che piange ma continua, per chi sgrassa le pentole e intanto manda CV per altro, per chi non si ferma, per chi ogni passo é un avanzamento, per chi gli manca casa e gli affetti ma é orgoglioso del passo che ha fatto, per quelli che si sono sistemati come sognavano, per chi ancora sta scalando, chi deve invece ancora cominciare … tutto questo va a voi, voi miei cari espatriati/nti. L’estero di questi tempi é una brutta bestia, ma allo stesso tempo una via di fuga felice. Io in questi 4 anni ne ho incontrate di persone, e in tutte loro dietro a sorrisi, lacrime, amarezze, felicitá, soddisfazioni, rancori, paure e speranze ho visto solo me stessa, ho visto una persona che molla tutto e prova altrove, ho visto confusione e spaesamento, e mani e ginocchia sbucciate dalla scalata, dalle cadue e rialzate. Ma ho visto anche una nuova era, una nuova generazione, la soluzione dopo la crisi, la calma dopo il ciclone, le valige alleggerite, la creativitá, l’apertura mentale, il disorientamento che porta a perdersi per ritrovarsi, e l’orgoglio di rimarcare la propria nazione e quel personale spesso doloroso passato che nonostante tutto, oggi ci ha spinto fin qui, sí fin qui … fino alle sponde del cambiamento!

Non mollare. Mai.


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