Non ne indovinano una

Creato il 15 marzo 2011 da Dagored

Neanche lo facessero apposta: le notizie che arrivano dalla Libia confermano che il colonnello Gheddafi sta avendo la meglio sui ribelli, nonostante le condanne, a parole, di tutta o quasi la comunità internazionale.
I leader delle "grandi" potenze non hanno infatti saputo far seguire i fatti alle parole, dal Nobel per la pace Barack Obama, che si è limitato a spostare una portaerei qua e la, al napoleonico Nicolas Sarkozy, il quale si è ben guardato dal bombardare il suolo libico, come pure aveva minacciato.
Sull'operato della Unione Europea e dei suoi commissari e alti burocrati stendiamo un velo pietoso, che è ormai fin troppo nota l'inutilità e l'insipienza delle autorità di Bruxelles, che meglio farebbero ad occuparsi a normare le misure degli ortaggi.
Del resto non occorreva essere dei geni o dei premi Nobel come l'attore e scrittore Dario Fo o fini politici come Uolter Veltroni, per capire che la rivolta libica era un regolamento di conti tra la tribù del Rais e quelle della Cirenaica, provincia da sempre ostile al regime libico, eppure i due sopra nominati, con tutta una serie di seguaci, non si sono esentati dal chiedere ad alta voce un intervento militare, non si sa bene da parte di chi, dimentichi di essere stati, in tempi nemmeno lontani, gli alfieri delle manifestazioni per la pace senza se e senza ma.
Oggi però sembra proprio che le bandiere arcobaleno non siano più di moda e che anche le guerre non sono tutte uguali.
Alla fine a rimetterci saranno probabilmente soltanto i cittadini italiani, che dovranno assorbire un'altra ondata di immigrati indesiderati, in ossequio ai voleri della stessa Unione Europea, che
pretende l'applicazione delle sue direttive sull'accoglienza dei migranti mentre i singoli governi europei si rifiutano di aprire le porte dei propri paesi, lasciando l'Italia sola a fronteggiare il problema.
Quello di affermare fortemente i principi, ma di farli rispettare soltanto agli altri è un vecchio vizio sempre attuale, ma di fronte ai malumori crescenti delle opinioni pubbliche europee di fronte all'aumentare dell'immigrazione nei vari paesi, nessun governo osa prendere decisioni impopolari.
Per questo la Francia non ha alcuna intenzione di far entrare i tunisini scappati durante queste settimane dal loro paese, nonostante la presenza della numerosa comunità maghrebina francese sarebbe il loro naturale approdo. Già i primi sondaggi per le prossime presidenziali mandano segnali inquietanti per i sostenitori dell'accoglienza ad ogni costo, dando le preferenze degli elettori a Marine Lepen, figlia e successore di Jean Marie alla guida del Front National.
Marine non s'è fatta sfuggire l'occasione e si è immediatamente recata a Lampedusa, porta d'ingresso dei disperati d'Africa, da dove ha lanciato pesanti accuse alle autorità europee.
Ma per il nostro paese potrebbero esserci anche pesanti ripercussioni economiche se Gheddafi, dopo aver sedato la rivolta, decidesse di rompere gli accordi raggiunti col governo nei mesi passati, come il figlio Saif minaccia in negli ultimi giorni, dopo che l'Italia ha dovuto seguire le posizioni prese dai suoi alleati europei e della Nato.

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