Mi sono divertita a leggerlo: un fanta-thriller-storico, scritto a quattro mani in modo così abile da non consentire al lettore di percepire il cambio di penna. Le due differenti personalità degli autori si fondono perfettamente fin dalla prima pagina, dando vita a un’avventura intrigante e piacevole da seguire, senza cali di tensione o stonature stilistiche. Due cuori diversi, ma un’armonia comune, anche se probabilmente in alcuni punti è stato Draghetti a doversi “adeguare” allo stile moderno e inconfondibile della Baldini.
Il racconto parte subito con un mistero. L’acquisto casuale a un’asta di Sotheby’s, a Londra, del diario di un monaco, vissuto nel periodo medievale, sconvolge la vita tranquilla e abitudinaria di Alexia Fabri, giovane antiquaria di Roma. Chi è realmente Martino de Rovet, autore del testo? Perché il suo libro fa così gola a tanti? Come mai i Cavalieri Templari proteggono Alexia e il manoscritto? Da chi?
Tra colpi di scena, momenti di tensione, rivelazioni sconvolgenti, Alexia sarà coinvolta in un complotto ordito dalle più alte sfere Vaticane (aspettatevi delle sorprese… o forse no!). Una corsa sfrenata alla ricerca di un tesoro perduto, un’avventura pericolosa che metterà a repentaglio la sua vita. Inquisizione, servizi segreti, fede e azione…
Il lettore, incuriosito, viene subito tirato dentro alla storia, narrata peraltro con uno stile dal ritmo serrato che non concede tregua, gestita efficacemente con l’alternanza di due differenti piani temporali. Si intuisce da ogni pagina che dietro a questo libro c’è una ricerca storiografica piuttosto accurata, come d’altronde avevo già notato nel romanzo breve Orichalcum di Cinzia Baldini. L’autrice è un’appassionata di storia e Simone Draghetti è un profondo conoscitore dell’Ordine dei Templari: non poteva essere altrimenti.
Non nobis Domine è tanti generi in un’unica storia: noir, thriller, fanta-storico, a tratti romanzo d’azione, talvolta storia romantica. A questo proposito (perdonatemi lo spoiler), anche a voi forse Alexia e Fabio ricorderanno Paolo e Francesca (“galeotto fu il libro e chi lo scrisse”…).
I personaggi sono ben caratterizzati e dotati di credibilità. Martino ha una personalità forte, che emerge con potenza, nonostante il personaggio sia presentato in modo indiretto, attraverso il manoscritto. Alexia è una donna moderna, Fabio un buono dalla scorza dura, Paul d’Altaville un puro come solo i Templari possono essere, i “cattivi” sono bastardi fino in fondo. Anche i personaggi secondari (gli americani, ad esempio) sono ben tratteggiati e danno il giusto contributo alla narrazione.
Infine, due parole sull’ambientazione. Diciamo che era quasi obbligata, dato il soggetto e la forte componente storica che fa da sfondo: ancora una volta, come in Angeli e demoni, la Città Eterna diviene location ideale per un racconto fantastico che si conclude con un valido colpo di scena.
Ottimo romanzo per trascorrere qualche ora immersi in un’avventura adrenalinica e ben strutturata.
Monica Serra
Cinzia Baldini Simone Draghetti, Non nobis Domine, Linee Infinite Edizioni, 2011