*** WARNING: fishing for compliments ***
Un lettore mi scrive queste belle parole.
Purtroppo non si rende conto di essere fuori dalla realtà.
Come me: anch'io pensavo che bisognasse immergersi completamente nell'argomento, e in primis conoscere le cose, toccare gli oggetti. Insomma, sapere di cosa si parla. Poi, passare al riordino, alla sistemazione delle conoscenze acquisite.
Ma come si può passare alla sintesi se non si conoscono i dati? Come posso sistemare la biancheria se non distinguo un calzino da una mutanda?
No, no. Robetta provinciale. Poco glamour.
Nell'ultimo concorso (quello fantastico dell' Università dove non si fa ricerca) me l'hanno proprio detto. "Lei non pensi di venire qui a insegnare storia dell'arte, a fare distinzioni attributive". No? "No. Qui lei dovrebbe insegnare a persone che non sanno nulla, che so... Raffaello". Parole testuali (la memoria non mi difetta).
Ma queste persone a cui si propina la stessa pappa delle scuole superiori non dicono nulla? Non si meritano qualcosina in più, visto che pagano?
Quindi vede, caro lettore: l'Università non vuole me, e certo ne ha tutte le ragioni.
Ma soprattutto non vuole lei.
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