Amo la gelosia, la aborro quando è costruzione di teorie allucinate a autogiustificanti ma la adoro quando è scatto, reazione, graffio ferino. Mi piace guardare gli scatti di gelosia, quelli di pancia, mi fanno toccare l'animalità delle persone.
Sabato sera siamo andati a trovare parenti genovesi della mater, una famiglia davvero splendida, due bimbi (una di nove e uno di quattro) che definire adorabili è poco. Si sta bene in quella casa.
Il piccolo I., di indole gioiosa e giocosa, si è subito attaccato a me (come al solito), mi ha raccontato dei suoi nuovi giocattoli e ha voluto che gli leggessi delle storie. Osservavo Samuele che pareva non far caso (immerso in un mondo di giochi sconosciuti in una casa a misura di bambino) al fatto che il suo papà tenesse in braccio un altro bimbo così a lungo. Eppure mi sembrava di cogliere qualche cosa...
Dopo una serata in cui I. mi aveva monopolizzato (cercavo comunque di limitare l'unicità di questo attaccamento per “ridistribuirmi” su Samuele), a un certo punto il mio bimbo ha cominciato a dare in escandescenze e ha tentato di menarlo più di una volta. La cosa bella è che Samuele è innamorato di I. e gli sorrideva e lo seguiva ammirante in ogni angolo della casa, però lo menava se si avvicinava a me, solo in quel caso. I., del resto, ha quattro anni ma è molto maturo e non reagiva mai, si allontanava rimanendo però male del fatto che io non potessi essere più “suo”.
Ho ammirato Samuele, l'ho capito meglio grazie a quest'episodio, mi sono anche sentito lusingato.
Dispiace però per il piccolo I., che è rimasto un po' deluso e alla fine se n'è andato a letto.
L'unicità non ammette deroghe, è diversa dal condominio; Samuele -mi pare- ha definito dei confini che delineano l'unicità del nostro essere padre e figlio. A una certa distanza si può stare, più vicini no: chi tocca i fili muore.
Bell'animale, mi piace come hai pisciato sul tuo territorio!