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Dopo Charlie Hebdo questa volta è toccata alla gente normale, agli appassionati di musica o di calcio, a chi si attardava per le vie di Parigi chiedendosi che cosa avrebbe fatto nel week-end ormai prossimo. Centotrentadue morti, molti dei quali hanno dovuto attendere la morte in piedi, aspettando che il precedente venisse eliminato. Centotrentadue morti a Parigi, duecentoventisette pochi giorni fa, su un aereo che riportava a casa i turisti russi che avevano trascorso qualche giorno a Sharm-el-Sheik. Un conto che si allunga con i morti in Libano, nel Nord della Nigeria, in Siria, in Irak, in Libia, in Kenia, anche se, ovviamente, questi morti sono passati in secondo piano rispetto ai morti occidentali.
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Il nostro caro George W Bush – ma soprattutto le compagnie petrolifere delle quali era un semplice passacarte - è riuscito a risvegliare un insostenibile vespaio in un luogo da sempre dagli equilibri precari come il Medio Oriente. L'intolleranza dei sunniti nei confronti degli sciiti irakeni è stata con ogni probabilità la miccia che ha fatto detonare la crisi e favorito la nascita dello Stato Islamico (IS). Gli sciiti, dei quali principale rappresentante è lo stato islamico Iraniano, ritengono il Califfo del neonato Stato Islamico - un sunnita - un incrocio tra un ciarlatano, un tagliagole e un usurpatore. D'altro canto l'IS ha la ovvia necessità di legittimarsi presso il popolo in gran maggioranza sunnita del Medio Oriente, colpendo con la medesima violenza gli sciiti e gli occidentali. Piccolo particolare da non dimenticare: l'IS si finanzia con il petrolio irakeno e con la vendita di reperti archeologici (fonte: The Guardian) e, oltre a questo, è finanziato da parte dell'oligarchia Saudita e degli altri stati della penisola Arabica (Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti) accomunati dalla fede sunnita e dall'odio nei confronti dello stato Iraniano.
Obama ha presumibilmente compreso la genesi e i possibili sviluppi della questione IS, tentando di ricreare un accordo con l'Iran, cercando nel contempo di non abbandonare la pressione nei confronti dell'Arabia Saudita, un paese dalla politica e dalla visione del mondo essenzialmente medievali ma, come tutti sappiamo, ricchissimo. Ultimo elemento del quadro, il presidente siriano Assad è uno Sciita Alawita e governa - e in parte, di fatto, non governa più - una popolazione per il 90% formata da sunniti...
Questo significa che, probabilmente, un modo per vedere un miglioramento della situazione è lavorare per un accordo tra Iran e Arabia Saudita, l'unico dato capace di tagliare i finanziamenti all'IS. In secondo luogo appare chiaro che i bombardamenti di Hollande seguiti alla strage di Parigi possono (forse) essere utili a recuperare qualche voto che rischiava di andare al Fronte National, ma servono a ben poco nella situazione che si è creata.[**]
In questo quadro che cosa pensiamo di fare, al di là di adottare un tricolore su facebook o cantare la marsigliese? Ben poco, temo, ma qualcosa sì. Credo sarebbe nostro compito sostenere tutte gli individui e le forze che lavorano per la pace. Che non significa limitarsi a sostenere che «La barbarie non vincerà», osservazione ancor più inutile che semplicemente stupida, o affrettarsi a chiudere le frontiere, ma sostenere chi lavora per un accordo nella regione, per un nuovo governo in Siria, per un accordo tra l'Iran e l'Arabia Saudita e più in generale per chiunque lavori per una pacificazione tra Sciiti e Sunniti. Ma ancora prima, cercando di comprendere che cosa sta davvero accadendo in Medio Oriente, ignorando le urla di guerra e gli appelli alla vendetta. E, magari, intanto, rinunciando al petrolio.
[*] Piccolo commento a latere: ovviamente senza considerare il pattume vomitato da egregi, perfetti, intollerabili imbecilli come Belpietro o Sallusti o pericolosi idioti come Salvini, Meloni o qualche pasdaran Berlusconiano come la Santanché. O l'insegnamento della nostra compianta Oriana Fallaci, morta nel 2006 ma rincoglionita molto prima.
[**] Ma per un giudizio più preciso sulla politica estera francese rimando ad alcuni articoli apparsi su Formiche , su Studio e su Dazeba News , che forse possono chiarire un po' meglio il quadro.