A Mourinho piaceva: e molto.Quando gli altri mi dicevano, che era antipatico, spocchioso, egocentrico, arrogante: io rispondevo sempre con un detto che mi diceva mio nonno "chi perde, non cojona". Traduzione superflua.Perché Mou, vinceva. Ovunque andava, era come un profeta, vinceva e rivinceva, portava quella freschezza - anche nell'immagine a 360° - che mancava a questo stanco (soprattutto in Italia) calcio.Ma il problema, forse è tutto lì. Ne avevo parlato, già qualche tempo fa, adesso però, il problema non riguarda più "travestire le proprie vittorie da sconfitte": le vittorie, quelle contano, non ci sono più; occupare lo sfondo, lasciando il primo piano ai giocatori, non serve, perché sullo sfondo ci sei già...Il problema allora è questo? Il super-allenatore che ha reinventato il calcio, il calcio 2.0, non sa perdere!? A giudicare dai sui comportamenti, comprensivi di lamentazioni e spacconate puerili, si direbbe di si!
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Veramente ci potrebbe essere un altro aspetto. La butto lì, tanto per dire. Non ci credo nemmeno io, perché se fosse vero, sarebbe un genio. Eccola: magari ha fatto "il fattaccio", per attirare su di se tutte le luci e le polemiche dei media, lasciando la squadra sgombra dall'inesorabile sentenza "il Barça è più forte del Real"?!...no vabbé, bravo si, ma genio...