Sabato sera è stata una serata un po’ fiacca. Della serie: “Ma dove andiamo? Ma a che ora ci troviamo? Ma in quel posto non c’è nessuno! Ma dov’è la gente della nostra età? Bè dai dammi un goccino di Sambuca, che magari mi animo un po’”
Ed è così che, a volte, ci si ritrova in due e, tra una chiacchiera e l’altra, si riflette. Tanto. Anche se è sabato sera e, di regola, bisognerebbe non pensare per partito preso!
Tornata a casa, distesa supina nel letto, ho riflettuto sulla vita, sulle amicizie, sulle relazioni, sulla teoria dei massimi sistemi. Insomma, un po’ su tutto! ;)
Ma si sa che di notte si hanno sempre idee brillanti. Mi piace pensare che sia merito dell’influsso delle stelle.
Ho riflettuto soprattutto su quante volte molte mie amiche (o conoscenti, o protagoniste di libri, film e romanzetti vari), mi parlino del concetto atavico della difficoltà di trovare l’altra metà della mela. Ecco, questa è proprio una cosa che io non tollero. E che giuro, mi impegnerò a continuare a non tollerare. Perché già dai tempi di Adamo ed Eva, con la storia delle mele, non ci ha guadagnato nessuno! E non perché io voglia fare la femminista scafata e acidella che vuole bruciare i reggiseni in piazza.
Sia chiaro, io il mio reggiseno di Intimissimi non lo brucio manco morta! ;)
Ma proprio sta storiella della mela mi è indigesta. È sempre la stessa solfa: dobbiamo impegnarci e investire gran parte delle nostre energie per scovarla, ovunque essa sia, perché solo in quel momento godremo di un morso appagante di felicità!
Ci hanno inculcato che il nostro uomo sarà la nostra metà, il nostro incastro perfetto, e che quando troveremo quella metà, allora sì che saremo complete.
Quindi, fatemi capire, io sarei incompleta?
Non penso proprio.
Ho due gambe, due braccia, un cervello pensante e una personalità che mi sono costruita negli anni e, alle volte, con enorme fatica. Forse non forte, ma sicura delle proprie debolezze. Sono un sole. Ovvero risplendo di luce propria, una luce tutta mia. Non voglio essere una mezza luna che si sentirà piena solo quando arriverà qualcun altro!
Se tagliamo una mela e la lasciamo lì dopo poco la parte tagliata inizierà a marcire, e nessuno la vorrà più mangiare! Perché sarà sciupata, senza sapore. Io non voglio essere una mela marcia. Io voglio essere un frutto intero e maturo. Pieno di polpa e di vita. Chessò…un’arancia, un cocco, o perché no, un cocomero. Con tutte le sue insidie e tutti i suoi semi.
Se arriverà qualcuno non voglio dargli metà di me stessa. Non voglio dargli una donna a metà, una che non ha saputo riempirsi da sola perché troppo impegnata a cercare qualcuno, o qualcosa, con cui riempire un vuoto che arrivava da dentro. Perché il vuoto e la solitudine vengono sempre da dentro, mai da fuori! Noi nasciamo felici, pieni, maturi. Noi nasciamo completi.
Io voglio trovare qualcuno ed essere già “piena”. Come la polpa di un’arancia. Voglio che l’altro possa trovare una pienezza interiore, la forza di un sole.
Negli incastri qualcuno si fa sempre male. Nulla, in natura, combacia alla perfezione. La Terra era un enorme tutt’uno milioni di anni fa, una pangea, ma ora che i pezzi si sono staccati ogni litorale saluta gli oceani a modo suo.
Io non voglio incastrarmi. Non voglio fare male a me, né tanto meno ad un’altra persona. Specialmente se la amo. Voglio che ognuno continui a salutare il mare, ogni mattina, come è stato abituato a fare da sempre.