Lo è stato anche lo scorso anno.
Mi godo le varie matte e non che amo leggere, dormo da sola tra le briciole di patatine sgranocchiate in mutande sul letto, abbraccio (anche se mai tanto come Laura che vince pure i premi) ed è tutto un twittamento. Mi commuovo di fronte a Mario e ringrazio la sua splendida mamma, Francesca Fedeli e il suo #fightthestroke, perché non si smette mai di imparare da donne così.
Mi sono innamorata ancora una volta di Wondy e ammiro la sua logica ineccepibile, il suo diffondere il bisogno di indossare occhiali nuovi per guardare la vita, il suo paragonare il tumore ad un figlio perchè ti fa cambiare la prospettiva.
Io è di fronte a persone così, e al mammacheblog di donne piene di progetti e anime grandi ce ne sono tante, che mi sento molto normale, passatemi il termine.
Io entro in crisi mentre compilo il mio Personal Branding Canvas con Luigi Centenaro, perché di fronte alla solita domanda CHI SEI ancora non lo so, per non parlare del PERCHE' IO. E non mi riferisco al mio blog, a cui sono tanto grata perché è merito suo se ci sono cene come questa
e tante belle persone nuove con cui sperimentare relazioni nuovi, modi diversi di essere amiche. Mi riferisco a me, Cecilia, verdeacqua ne è solo un pezzettino. Non so dove voglio andare e cosa fare delle mie ossa. Non credo di avere nella di così unico da vendere (o meglio per cui farmi comprare -@luigicentenaro sono stata attenta visto?!) ma va bene così. Fare pace vuol dire anche questo. Non riuscire a definirsi e non sentire l'urgenza di farlo. Decidere di godersi il viaggio, senza essere certi di quale sia esattamente la meta, ma volendola trovare.
Intanto sono tornata a casa. Da quel bambino da cui sono felice di staccarmi ogni tanto ma che poi mi manca da morire e da quell' uomo che è stato con lui e che è il miglior padre che potesse capitargli. E che io amo, ma quanto lo amo.
Grazie.