“Non si può smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone”. Audre Lorde

Creato il 27 settembre 2013 da Gianna
Sono tempi in cui si fa un gran parlare di rivoluzione sociale e con essa si intende un cambiamento radicale delle condizioni di vita, per esempio l’abolizione dello sfruttamento e la realizzazione di una società più giusta, che garantisca la libertà dell’individuo e l’uguaglianza dei diritti. Direi che è quasi ovvio pensare che siamo lontani anni luce da questa prospettiva. Perché il nostro impegno non è rivolto alla realizzazione di questo ideale. Siamo invece costretti, obtorto collo, a dedicarlo esclusivamente a rimediare ai guasti generati giorno dopo giorno dai governi e dai capitalisti. Purtroppo la realtà attuale ci dà esempi eloquenti. Sono decenni che diciamo che le centrali nucleari sono pericolose, che non è una tecnologia affidabile e che non è giusto lasciare ai nostri figli un mondo pattumiera pieno di scorie radioattive. Ebbene, da decenni dobbiamo investire la nostra energia e il nostro tempo per scongiurare la costruzione di queste centrali e in questo non c’è nulla di rivoluzionario, c’è soltanto il buon senso di chi non è accecato dalla sete di profitto. Nonostante ciò, ora siamo sull'orlo di una catastrofe mondiale. Abbiamo, per cambiare tema, dovuto batterci, sempre per decenni, per ottenere il diritto all'aborto. Anche qui, solo per il buon senso di riconoscere alla donna il diritto di decidere sulla propria sessualità e sul proprio corpo. Ora le forze reazionarie cercano nuovamente di mettere in dubbio questo diritto, e saremo di nuovo costretti a buttarci in questa battaglia. E ancora: da quanti anni ci stiamo impegnando contro l’inquinamento, la cementificazione del territorio, la realizzazione delle cosiddette “grandi opere”? Ci costringono a batterci per ogni metro quadrato di natura, per ogni casa da salvare dalla speculazione, per ogni progetto di devastazione della natura che vogliono imporci. Ci troviamo così costretti, per impedire gli scempi più gravi, a essere conservatori, altro che rivoluzionari! E che dire delle strategie più spregevoli messe in atto dai capitalisti e dai governi, come, ad esempio, la privatizzazione dell’acqua? Anche qui ci siamo battuti e dovremo ancora batterci perché ciò non avvenga, perché lucrare sui bisogni assolutamente vitali dell’essere umano è ignobile e schifoso. E come la mettiamo con la lotta contro il precariato e la disoccupazione? Quanti anni ci sono voluti per ottenere quei diritti che ora ci hanno di nuovo tolto? E quanti altri anni ci vorranno per riaverli? Scusatemi se sbaglio, ma non notate un’inutile spreco di energie? Stiamo rivendicando ad uno Stato, ad un padrone, la risoluzione dei problemi, di quegli stessi problemi che LORO hanno creato! Chiedendo a LORO ci rimettiamo di nuovo al cento per cento nelle loro mani! Come si fa a combattere un padrone se si chiede a lui di dare lavoro, reddito, sicurezza e mantenimento di diritti, tutto ciò che lui stesso ha negato? Quante speranze sono state sepolte dall'attesa della rivoluzione sociale? Quante vittime tutte invendicate hanno pagato col sangue o con la prigione il desiderio di costruire un sistema più giusto nell'eroico tentativo di attaccare il capitale?
Basta eroi, basta vittime. È inutile aspettare la rivoluzione degli altri per cambiare le cose. La rivoluzione dobbiamo farla dentro di noi, smettendo di aspettarci dagli altri quello che vorremmo per noi, prendendo in mano il nostro futuro e realizzando le nostre aspirazioni in maniera autonoma, senza deleghe e senza mediatori. Non dovrebbe essere difficile se usiamo per costruire tutta l’energia che abbiamo finora consumato inutilmente per combattere. Dobbiamo farlo adesso, quando e dove possiamo.

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