“Non siamo né destra né sinistra”. Ovvero, la banalità prevedibile della comunicazione politica dei “fratelli minori”.

Creato il 20 novembre 2013 da Catreporter79

Caratteristica comune a tutte le forze politiche a trazione demagogico-populistica o di ispirazione rivoluzionaria, è l’ostensione dell’alterità, reale o presunta, dagli altri altri partiti, i cosiddetti “partiti tradizionali”.Questa alterità viene manifestata anche e soprattutto mediante il linguaggio e l’estetica, sempre anticonvenzionali, informali e detonanti gli schematismi della prassi politica più consueti ed accettati. C’è, però, un altro elemento che si fa punta di lancia di detta strategia promozionale: il rifiuto, radicale ed insistente, delle categorizzazioni di “destra” e “sinistra” e dell’incapsulamento al loro interno (modus cogitandi atque operandi iniziato con i comunisti russi e proseguito con le forze di ispirazione fascista e, in epoca democratica, ripreso dall’ UQ; il famoso “Abbasso tutti” di gianninaia memoria). Se a tutta prima può sembrare un argomento di una qualche densità concettuale, un lavoro di scavo più rigoroso e capillare dimostrerà e paleserà tutta l’insipienza propagandistica della soluzione. Con “destra”e “sinistra”, infatti, si intendono, principalmente e comunemente, delle coordinate di riferimento per orientarsi ed orientare all’interno della galassia politica e non intenzionalità demolitive del patrimonio di questo o di quel partito o il tentativo di ingabbiarlo in allestimenti predefiniti, omologati e omologanti. Le forze sopracitate, però, attuano una distorsione dei percorsi intenzionali dei loro interlocutori in modo da porsi in posizione a loro (e più un generale) antitetica ed opposta.