Non so ancora cosa fare della mia vita

Creato il 13 luglio 2012 da Koalalondinese @farego

Mark é appena arrivato al bar, é uno nuovo dello staff, per ora lo fanno lavorare di sotto al ristorante ultra glam-lusso, dove servono in mini piattini couture mangerecci, dal vago aspetto alieno, e piccoli quanto una mano di neonato.

Jack non lo puó vedere.

Ma l’hai sentito? – Mi dice, sporgendosi verso di me, e guardandomi con i suoi grandi occhi azzurro-british, fissa negli occhi.

Non si capisce un cazzo di come parla, io non sopporto gli Australiani! – Sputa ritornando a lucidare le tazze.

Lo fisso, poi sospiro  - e perché? Perché non parlano il tuo posh british or whatever you call that?

Jack alza le spalle, poi sentendosi attaccato nell’animo patriottico del suo inglese suddista, risponde – biascica, mangia le parole, non si capisce nulla di quello che dice e poi pare scemo!

Io ritorno al mio cappuccino e lui alle sue tazze e tazzine.

Di diverso avviso é invece la mia amica Emily, anche lei lavora allo champagne bar, e mi dice che Mark é carino!

Chissene se non si capisce cosa dice.

Mark ha appena 20 anni ed ha lasciato l’Australia un anno fa, per girare intorno al mondo, piú che girare, vagare.

Rimarrá qui solo un mese – mi informa Emily con una punta di amarezza.

Mark ha viaggiato in lungo e in largo, con lo zaino sulle spalle e pochi soldi in tasca, si é fermato di tanto in tanto per fare qualche lavoretto, e raccimolare i soldi per continuare il suo “cammino”.

A me suona come un film, un film con il teen di turno che parte alla ricerca di sé stesso, ma qui a Londra, qui fuori dall’Italia di storie come questa ne senti eccome.

Finalmente é arrivato a Londra e ci rimarrá solo una mesata, poi via back home finally, perché la sorella si sposa, e poi Mark dovrebbe iniziare il college.

Arriva Mark allo champagne bar, porta un paio di dolcini che alcune clienti hanno richiesto, biascica due parole a Jack ed elargisce ampi sorrisoni, da vero australianone … é proprio carino!

Ma perché non sono mai andata a vivere a Earl’s Court, soprannominata l’Aussie Valley, perché é stra-piena di … Aussie appunto.

Potrei vivere tranquillamente bene fra i loro sorrisoni, le infradito ai piedi pure durante la tormenta, i take it easy mate, e i hey dude, che elargiscono a pan di grano.

Ci scambio due parole anche io, ha una voce profonda – non male! Penso fra me e me … porca che sono ha 10 anni in meno di me! – Dicevamo … ma é il sorriso che illumina tutto, ha l’aria semplice ma allo stesso tempo sotto quelle 2 dita di abbronzatura, lo vedi che é uno che ha passato molte notti a dormire sotto le stelle o accampato da qualche parte.

Mark se ne va e Jack mi fissa – dai su ma l’hai sentito?!!

Sí ok non ho capito bene tutto quello che diceva – ammetto.

Ecco appunto – fa lui.

Ma l’ultima cosa che ti ha detto e ti ha fatto ridere, cosa era? – chiedo incuriosita.

Jack mi fissa con la sua aria British piú solenne, di chi sta per recitare i versi immortali di Shakespeare, poi alza le spalle – no sorry non l’ho capita manco io!

Ma come hai riso! – gli sottolineo.

Appunto é scemo, quindi cosa fai con gli scemi?

Sir Koala ringrazia e saluta.


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