Non so più in quale film in costume ho visto la scena di quell’istitutore di corte che, nell’impartire la lezione di grammatica al piccolo erede al trono, ad ogni strafalcione che scappava al principino mollava un ceffone a un ragazzino che poteva avere più o meno la stessa età di quello, specificamente adibito a quel ruolo, cioè beccarsi i ceffoni che ai quei tempi si reputava fossero pedagogicamente indispensabili, ma si riteneva impensabili sulla guancia di un futuro re, e la scena mi è tornata in mente alla lettura dell’editoriale che oggi Ferrara ha dedicato a Renzi indossando gli abiti in cui è convinto di star meglio, quelli del consigliere del Principe: «devi essere più deciso», e giù uno schiaffone a Craxi, «più spietato, cazzo», e giù un manrovescio a Berlusconi. Analogia imperfetta, so bene, ma stessa amara riflessione sulle miserie della cortigianeria.
Non so più in quale film in costume ho visto la scena di quell’istitutore di corte che, nell’impartire la lezione di grammatica al piccolo erede al trono, ad ogni strafalcione che scappava al principino mollava un ceffone a un ragazzino che poteva avere più o meno la stessa età di quello, specificamente adibito a quel ruolo, cioè beccarsi i ceffoni che ai quei tempi si reputava fossero pedagogicamente indispensabili, ma si riteneva impensabili sulla guancia di un futuro re, e la scena mi è tornata in mente alla lettura dell’editoriale che oggi Ferrara ha dedicato a Renzi indossando gli abiti in cui è convinto di star meglio, quelli del consigliere del Principe: «devi essere più deciso», e giù uno schiaffone a Craxi, «più spietato, cazzo», e giù un manrovescio a Berlusconi. Analogia imperfetta, so bene, ma stessa amara riflessione sulle miserie della cortigianeria.