Non Solo CouchSurfing: Parte il #SMTE, il Primo Viaggio Tramite i Social Media

Creato il 01 agosto 2013 da Angelozinna

Quando vengo a sapere del #SMTE, il primo esperimento di viaggio tramite i social media che avrà inizio in pochi giorni, l’unica cosa che mi viene in mente è: voglio venire anch’io. Qui se ne è parlato tanto di sistemi e trucchi per ridurre al minimo, fino allo zero, le spese di viaggio e rendere così accessibile a chiunque questa esperienza, così quando Fausto mi ha contattato per raccontarmi del suo nuovo progetto riguardante un viaggio della durata di una settimana costruito esclusivamente sull’eventuale ospitalità delle persone sul percorso, mi sono incuriosito. Niente CouchSurfing, niente WWOOFing o lavoro alla pari questa volta, la cosa che rende interessante il Social Media Trip Experiment è proprio che non si appoggia a nessuna organizzazione già collaudata, ma semplicemente all’unico network di cui tutti ormai facciamo parte: Facebook.

Il piano è semplice: 1 pagina di Facebook, 3 ragazzi, 7 giorni di tempo per arrivare da Firenze a Messina e soltanto 100 € di budget da utilizzare in caso di emergenza. Questa idea non è altro che una scommessa tra Fausto, Gianni e Matteo, ventiquattrenni ed amici di sempre, che non volendo rinunciare all’unica settimana di ferie a disposizione, pur non avendo una lira in tasca, si sono chiesti se i propri amici, e gli amici degli amici, non fossero abbastanza da formare una rete che riesca a coprire mezza italia e che possa essere utilizzata per raggiungere la tanto desiderata meta in Sicilia, senza spendere niente. E ci stanno riuscendo, pur avendo messo in piedi il tutto in pochissimo tempo e a giorni dalla partenza, il potere della condivisione si è dimostrato effettivo portando l’aiuto e l’entusiasmo di molti sconosciuti sparsi per lo Stivale sulla loro pagina, ricordandoci che magari l’unico vero sistema per muoversi con poco era chiedere con un sorriso.

“Perché non usate Couchsurfing?” sembra essere una domanda ricorrente sulla pagina del SMTE e quando si pensa a girare il mondo attraverso l’ospitalità altrui questa è la prima organizzazione che salta in mente. La realtà è però che da quando questa si è trasformata da no-profit ad attività a scopo di lucro secondo molti ha perso la sua genuinità. C’è chi ne preannuncia la fine e chi crea gruppi contrari all’azione, ma forse sono soltanto i tempi che sono cambiati: dieci anni fa, alla nascita di CS, non eravamo certo interconnessi come lo siamo oggi, e forse con i social network, che utilizziamo già per lavoro, eventi e comunicazione, non c’è più bisogno di una piattaforma apposita per ospitare l’un l’altro. Fausto, Gianni e Matteo questo l’hanno intuito, ma hanno capito anche che forse Facebook può colmare le mancanze degli altri siti utilizzati comunemente per viaggiare annullando i costi: “non avevamo bisogno soltanto di dormire ma soprattutto di spostarci e non esiste niente che sia a costo zero per spostarsi. Nemmeno Bla Bla Car, che è una piattaforma in cui il servizio di trasporto è user generated, ci permetterebbe di spostarci gratis. Neanche Eatwith, che prova a fare la stessa cosa con il cibo, permette di mangiare gratis. Avevamo quindi bisogno di un network che ci mettesse nella condizione di ottenere tutto gratis, anche perché è mia opinione che spezzare le richieste, eliminando il pernottamento, avrebbe tolto forza al messaggio e al progetto. Altro grosso problema: non sappiamo quando arriveremo nelle varie città, né in che città arriveremo” mi spiega Fausto.

Ma non è soltanto una vacanza a scrocco il SMTE, il modo di viaggiare che questi tre ragazzi hanno scelto è tutt’altro che in discesa e dimostra ciò che spinge a viaggiare in primo luogo: “quando parlo di viaggi con conoscenti e non conoscenti ascolto continuamente parole tipo ‘mi piace viaggiare e conoscere nuove persone’, salvo poi andare a dormire in albergo, spostarsi sempre per conto proprio, mangiare al ristorante – magari italiano. La mia opinione non è negativa, nel senso che non credo che la maggior parte delle persone sia ottusa; penso però che ci si vergogni a chiedere e che non si abbia l’abitudine a ricevere richieste. Il nostro esperimento è volutamente fuori dalle righe – è chiaro – ma intende provare almeno a corrodere l’asocialità del viaggio (e non solo di quello, purtroppo) che è propria di un periodo in cui il viaggio è di massa”.

E i rischi? I rischi ci sono e senza di essi non ci sarebbe gusto. Il primo dubbio che mi viene in mente è proprio per la natura con cui il progetto nasce, ossia un viaggio completamente disorganizzato dove si riesca però a costruire un itinerario unendo punti distanti con precisione, mantenendo contatti con sconosciuti ed essendo pronti ad una proposta dell’ultimo minuto. Ecco quindi che entrano in ballo i 100 €, mi spiega Fausto, che saranno utilizzati soltanto in caso di emergenza per evitare che il piano vada a monte. “Se dovessi prevedere dove andranno a finire direi nei trasporti, che sono la cosa più difficile da ottenere, ma spero vivamente di poterli investire in birra all’arrivo, se avremo successo”.

Finisce il viaggio, si torna a casa, e poi? Cosa proverà nella pratica questo esperimento nel caso riuscisse? Non è ancora chiaro, e non deve esserlo in una sfida del genere, nata d’istinto, ma è difficile non immaginarsi cosa potrebbe diventare ” Te la butto lì e continuo a non pensarci in modo serio: esiste Couchsurfing, esistono Bla Bla Car e Carpooling, esiste Eatwith, ma ancora non esiste un servizio che permetta di realizzare un viaggio intero, dalla A alla Z, basato sul social networking e che sia low-cost o a costo 0″. E chissà che sia proprio nel Paese in cui così pochi scelgono di viaggiare che nascerà la prossima idea che lo permetterà a tutte le tasche.

Arrivano però anche le critiche, in particolare da chi dice che oggi viaggiare con 400 € al mese è per molti la norma e 100 € a settimana non dovrebbero essere un sacrificio. Viene da chiedersi quindi se forse esista una forma di contraccambio, se a chi sceglie di donare il proprio tempo a questi tre amici non dovrebbe spettare qualcosa indietro, qualcosa magari di non materiale. “Io credo che noi qualcosa in cambio lo daremo e lo stiamo già dando: raccontiamo una storia, regaliamo qualche sorriso, facciamo appassionare qualcuno e rendiamo qualcun altro direttamente partecipe di un progetto che senza di noi – e senza di lui – altrimenti non sarebbe esistito. La filosofia di pensiero per la quale “è sufficiente chiedere e il gioco è fatto” per me resta valida, a patto che tu sia disposto a sentirti dire di no; se invece vuoi sentirti di sì, quasi sempre basterà dimostrare alle persone di averci messo impegno, non importa se il tuo impegno non gli ha materialmente e direttamente portato vantaggio. Ci sono delle persone fantastiche che decidono di compiere il giro del mondo a piedi o in bicicletta o in barca a vela. Chi non sarebbe disposto ad offrirgli un aiuto, anche a patto di non ricevere niente in cambio? E’ banale dirlo, ma l’impegno paga.” E noi questa storia la seguiremo, magari proprio sotto Ferragosto ci sarà qualcosa da imparare.

L’appello conclusivo richiama tutti coloro che vogliono contribuire attivamente a questo progetto, donando un passaggio, un pasto o un letto a Fausto, Gianni e Matteo mentre scenderanno lungo la Penisola. Al momento hanno coperto buona parte della Toscana e del Meridione, ma hanno bisogno di una mano per l’area intorno alla Capitale, per l’esattezza nella tratta tra Piombino ed Aversa. Tutti i dettagli aggiornati e i contatti sulla pagina Facebook del Social Media Trip Experiment.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :