Ai Butchart Gardens non ci sono solo fiori e piante, ma anche due totem per ricordare la cultura indigena. Uno degli intagliatori ha al suo attivo alcuni dei totem di Cowichan, per cui riconoscerete forse lo stile. Anche in questo caso è sormontato da un’aquila le cui ali si protendono verso il cielo.
Avrei avuto bisogno di un obiettivo più sensibile per captare le forme e le dimensioni della fauna, dall’infinitamente piccolo alla vastità di certi alberi.
Nelle peregrinazioni tra aiuola e aiuola ho cercato di immortalare una splendida sequoia, ma le dimensioni dell’albero erano davvero immense e il mascarpone, ossia lo smartphone, non si è stato all’altezza della situazione. Allora ho optato per fiorellini di vario tipo con la speranza di scoprirne poi il nome, ma finora l’identità delle composizione floreali non ha svelato il suo segreto. Accontentiamoci di guardarli.
Giunta al giardino giapponese ho desistito. Troppa gente e francamente iniziavo ad avvertire una certa stanchezza. Tornerò un altro giorno. Per ora vi lascio con il gioco di forme che compongono questi tronchi potati ad hoc per creare quest’intricato ricamo.
Arriviamo in fondo e tra il frondame appare la baia, Brantwood Bay, un fiordo che divide la penisola di Saanich dal resto dell’isola. L’avevamo intravista dal Malahat qualche settimana fa, vi ricordate?
Sul mare tutto è calma e silenzio, solo qualche imbarcazione, il verde e l’azzurro e sullo sfondo Salt Spring Island.