non sottovalutate la potenziale santità delle persone che avete intorno

Creato il 23 aprile 2015 da Plus1gmt

Quando sul treno inesorabile parte il ritmo del guiro a introdurre la cumbia con quel ci ci-ci-ci ci-ci-ci ci-ci-ci è il segnale che la giornata è già bella che rovinata. Certi suoni a me invisi (i generi latino-americani stanno agli antipodi della mia sopportazione) hanno la particolarità di farsi sentire anche attraverso gli auricolari altrui. E pensare che mi ero svegliato con il piede giusto perché avevo appena pensato che, davvero, io di storie d’amore ne so a pacchi. Ovvio che non sono tutte mie, mica ho tutta st’esperienza, di molte ne ho sentito solo parlare da altri ma sono comunque incredibili da raccontare. Storie d’amore con protagonisti di qualunque età. Ragazzini alle prime armi, adolescenti dalle passioni mutevoli, giovani in cerca di stabilità, adulti che cercano una storia di seconda mano, persone di mezza età per le quali non è cambiato nulla, vecchi che perdono la memoria e aspettano vestiti di tutto punto che il loro amore passi sotto casa anche se era una cosa che accadeva settant’anni prima ma per loro è come se non fosse ancora successo.

Fortuna vuole che il calore della musica colombiana con quel ci ci-ci-ci ci-ci-ci ci-ci-ci che sembra coprire tutto a causa della pessima equalizzazione degli acuti sia raffreddato dall’austerità di Mitte, ne sento parlare così da due del Politecnico con questo diminutivo di Mitteleuropa perché, a detta loro, è una ragazza che sembra uscita da una seduta del Bundestag per la postura che tiene anche nei momenti di relax, per esempio sulle panchine del parco. La schiena eretta e le gambe dal ginocchio in giù arrotolate in una serpentina innaturale, ma anche i capelli dello stesso colore della borsa in tela rossa brandizzata Artemide con il pranzo dentro che trasmette studi di architettura da esercitare al più presto al servizio di qualche archi-star della città e visite mirate a iniziative collaterali della Design Week. Uno dei due del Politecnico conferma la capacità che ha Mitte di materializzarsi all’improvviso dove si trova lui, a partire dal tragitto verso casa fino al ristorante vietnamita e al concerto agli Arcimboldi. Queste manifestazioni quasi divine ogni volta alimentano una fiamma che gli arde dentro e che lo brucia a tal punto da non riuscire a proferire parola per un approccio a Mitte nei momenti più opportuni.

“È un po’ come agli esami”, lo sento raccontare, mentre in sottofondo continua sto cazzo di ci ci-ci-ci ci-ci-ci ci-ci-ci. “Quando sono pronto non la incontro mai. Poi quando patisco le pene dell’inferno per un abbigliamento in eccesso con 30 gradi all’ombra, nemmeno lo spunto di discutere sul fatto che sia meglio vestirsi come impone la stagione anziché secondo la temperatura percepita mi viene, quando mi si presenta all’improvviso proprio al mio fianco in metropolitana”. Me lo immagino come ora, orgogliosamente grondante nella sua sudorazione sovradimensionata perché per nulla si sfilerebbe la maglia di lana, soprattutto se Mitte è nelle vicinanze e lui sa di avere la camicia pezzata. L’amico lo prende in giro e gli ricorda di quando aveva ammesso di aver notato Mitte sovrastata da una specie di aureola intorno alla testa, un dettaglio su cui nutro molti dubbi perché il color oro non si intona bene con il rosso dei capelli (attenzione: non rosso carota ma rosso mattone, così l’hanno descritta). Così, sul più bello, mi rendo conto che anche per oggi ho guadagnato una bella storia d’amore, che anche per oggi avrò tutto il giorno nella testa un pessimo brano di cumbia con il guiro che fa ci ci-ci-ci ci-ci-ci ci-ci-ci almeno fino a quando, in ufficio, scopro che il subject della prima e-mail di lavoro della giornata inizia con “HR Executive Meeting with Jesus”.



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